Archivi del mese: giugno 2012

Estratto di Nigritella Rigenerante e Antiossidante

nigritellaNei freschi boschi e prati sterminati del Trentino, e in tutti i prati alpini, cresce una rara orchidea di montagna chiamata Nigritella (ma è conosciuta anche con il nome di vaniglina o morettina). Il nome deriva dal latino “niger” cioè “nero”, e fa riferimento al colore rosso sangue, tendente al viola quasi nero, della specie più diffusa.
Profondo viola scuro, sì, questo è un piccolo fiore sontuoso nella forma e prezioso per il suo profumo e per le proprietà benefiche. I dolci profumi di vaniglia e cioccolato che emana risvegliano nei sensi il piacere della soddisfazione, della calma e dell’armonia.

La nigritella è ricca di sostanze attive antiossidanti, emollienti e tonificanti. Viene utilizzata in esclusiva cosmetica di alto profilo per prodotti dalle proprietà rivitalizzanti, riequilibranti, rigeneranti. Ad esempio è possibile trovare scrub rivitalizzanti, maschere rigeneranti, olio da massaggio aromatico e bioenergetico, creme per corpo, viso e contorno occhi, lipo fango con funzione detossinante, drenante e modellante.

Poiché è una pianta molto ricercata proprio per la bellezza e per il particolare profumo, è stato necessario renderla specie protetta proprio per evitare la sua estinzione. E’ un fiore piuttosto piccolo che non si fa notare dal camminatore distratto, occorre quindi fermarsi e chinarsi per coglierne sia la bellezza che il profumo.

(Fonte www.benessereblog.i)

Magnesio: le Proprietà Benefiche per il Cuore

magnesioIl magnesio è un nutriente molto importante con proprietà benefiche nei confronti del cuore. Non è una sostanza di cui si sente parlare spesso non sottolineando quindi la sua vera efficacia e protezione a livello cardiovascolare. Come nutriente è molto studiato proprio per queste sue caratteristiche protettive. Recentemente è stato condotto uno studio sul magnesio sottolineando la sua efficacia, e quindi l’importanza della sua introduzione nell’alimentazione di tutti, soprattutto, degli anziani.
Proprio questi ultimi non assumono abbastanza magnesio, e da ciò anche una mancata protezione nei confronti di patologie specifiche, come accennato sopra. Molti alimenti, come ad esempio la verdura a foglia verde, contengono oltre il magnesio altre sostanze, sempre positive a livello cardiovascolare.

Un gruppo di ricercatori giapponesi dell’Università di Osaka, in Giappone ha condotto uno studio, pubblicato su Atherosclerosis, sull’importanza del magnesio per la salute dell’uomo. La ricerca, durata ben 15 anni, ha coinvolto 58 mila adulti con un’età compresa tra i 40 ed i 79 anni. I ricercatori hanno sottolineato la differenza di efficacia, di questo nutriente, nelle donne e negli uomini, ed anche in base all’età. Inizialmente si sono messi a confronto gruppi di donne che assumevano alte o basse concentrazioni di magnesio. Le volontarie che al giorno consumavano circa 274 mg di magnesio al giorno, rispetto a quelle che ne assumevano circa 174 mg, presentavano un rischio cardiovascolare più basso del 36%. Questo per quanto riguarda le donne, per gli uomini, invece, un alto consumo di magnesio è risultato inversamente associato ad un rischio di emorragia cerebrale. Quello che gli studiosi intendono sottolineare è il potere protettivo che il magnesio ha nei confronti di alcune patologie, molto diffuse e responsabili di molti casi di complicazioni e di decessi. Tra le sue proprietà quella di ridurre l’infiammazione, che sta alla base dell’arteriosclerosi, controllare la pressione arteriosa, ridurre le aritmie cardiache. Insomma il sistema cardiovascolare grazie all’azione di alcuni nutrienti, compreso il magnesio, che possiamo introdurre con la dieta, può essere protetto da molti disturbi.

Quanto magnesio è necessario introdurre con l’alimentazione

carenza di magnesioSecondo alcune statistiche americane gli uomini con un’età compresa tra i 19 ed i 30 anni dovrebbero assumere circa 400 mg di magnesio al giorno, i giovani dai 31 anni in su circa 420 mg. Per quanto riguarda le donne 310-320 mg al giorno.
E dato l’effetto protettivo che questo nutriente ha nei confronti di patologie che si presentano, soprattutto, dopo una certa età (difendono l’organismo dai radicali liberi) anche gli anziani dovrebbero assumere quantità giuste di magnesio. Le concentrazioni sono ancora oggetto di discussione tra studiosi e studiosi; è certo che l’alimentazione deve contenere anche il magnesio per proteggere la propria salute (verdure a foglia verde, frutta secca, legumi, funghi, cereali interi e banane).

(Fonte www.tantasalute.it)

Le Proprieta’ Benefiche dei Fichi

Esistono oltre 150 varietà di fichi, che si distinguono oltre che per le dimensioni anche per i colori (verdi, marroni, viola e neri).
Le varietà più apprezzate e commercializzate sono quelle verdi e nere.

proprietà dei fichiIl fico non è un vero e proprio frutto, ma un ricettacolo della pianta contenente al suo interno dei granellini che rappresentano i veri frutti. Il fico è composto principalmente da acqua, ma contiene anche proteine, vitamine e sali minerali, quali calcio, potassio, ferro, sodio e fosforo.

Il fico, grazie alla presenza di vitamina A, potassio, ferro e calcio risulta avere proprietà benefiche e rinforzanti nei confronti di ossa e denti.
Mangiare i fichi apporta benefici anche alla vista e alla pelle.
Il fico contiene anche zuccheri facilmente assimilabili, per questo rappresenta una fonte di energia prontamente utilizzabile.

Il fico ha anche note proprietà antinfiammatorie, viene utilizzato come impacco sugli ascessi e sui foruncoli, ed ha effetti positivi su infiammazioni dell’apparato urinario e circolatorio. Il decotto di fichi, invece, calma gli attacchi di tosse.

(Fonte www.freshplaza.it)

L’Insonnia da Caldo ed i metodi per Combatterla

insonnia da caldoUno degli effetti collaterali del caldo estivo è quello di dare vita alla cosiddetta “insonnia da caldo”: sempre più persone non riescono a dormire per via delle alte temperature e della sudorazioneche automaticamente s’innesta come risposta del nostro organismo. Scopriamo insieme come combatterla e ritornare a dormire in modo adeguato alle nostre esigenze.

Statisticamente almeno il 40% degli italiani fatica a prendere sonno in questo periodo. E l’alterazione del ciclo sonno-veglia causata dal caldo porta ad uno stato di malessere generale nella vita di tutti i giorni i cui sintomi più evidenti sono la sonnolenza che colpisce nel corso dell’intera successiva giornata, una sensazione d’irritabilità costante, mal di testa, disturbi digestivi ed anche la tachicardia. Tanti piccoli segnali di allarme che sanciscono il nostro bisogno di recuperare le ore di sonno perdute.

Per ovviare a questa situazione una delle prime cose da fare è regolare la nostra alimentazione. Sebbene non siamo in grado di rendercene conto immediatamente, ciò che assumiamo nel corso dei nostri pasti incide sostanzialmente sulla nostra capacità di addormentarci.

Evitiamo quindi sostanze come alcol, caffè e fumo, stimolanti che riducono le fasi di sonno profondo, ovvero quelle basilari per sentirci riposati. Evitiamo le abbuffate, ma al contempo anche di non essere sazi prima di andare a letto. In particolare possiamo dare il via libera ai carboidrati come pasta, riso e orzo: le quantità di triptofano contenuto in essi, un aminoacido che favorisce la sintesi della serotonina, stimolano a livello cerebrale una sensazione di rilassamento.

Allo stesso modo dobbiamo favorire il consumo di frutta serale, grazie al suo contenuto di zuccheri semplici, altra sostanza in grado di incrementare la serotonina. Ed insieme a lei l’aglio, la cipolla, il radicchio e la lattuga. E’ bene evitare di mangiare carne, a causa della presenza di tirosina, aminoacido stimolante, e le spezie in generale.

Fatto questo, prima di andare a letto è consigliabile rilassarsi attraverso una doccia tiepida, in grado di contribuire alla termoregolazione del nostro corpo e far si che la stanza, con un utilizzo corretto di ventilatori e condizionatori risulti il più possibile fresca.

(Fonte www.medicinalive.com)

Cause e Rimedi contro i Dolori alle Articolazioni

dolori alle articolazioniAvere problemi alle articolazioni può compromettere sia lo stato di salute, sia la qualità della vita. I dolori ad essi associati possono, infatti, impedire di godere di piccoli momenti di benessere, come una camminata a passo sostenuto e, allo stesso tempo, interferire con semplici attività quotidiane, ad esempio portare a casa le borse della spesa. Gli esperti dell’Harvard Medical School ne hanno recentemente parlato nelle loro pillole di salute, spiegando chi può soffrirne e perché e, soprattutto, quali sono i rimedi per contrastare il dolore.

I medici hanno spiegato che anche se spesso le cause dei dolori alle articolazioni sono l’osteoartrite, vecchi traumi, problemi di postura o l’invecchiamento, anche l’inattività o, al contrario, movimenti forzati ripetuti o eccessivi effettuati a lavoro o durante lo sport possono rendere le artciolazioni doloranti. Non solo, un altro grande nemico della loro salute è l’obesità.

Gli esperti hanno spiegato che

essere in sovrappeso aumenta il rischio di sviluppare l’osteoartrite in un’articolazione che sopporta il peso come il ginocchio – e, secondo alcune ricerche, anche nella mano, perchè i fattori infiammatori associati al peso possono aggravare la situazione.

Facendo esempi pratici, una camminata i piano aumenta del 50% il peso che grava sulle ginocchia. La situazione è ancora peggiore se si fanno le scale: in questo caso il carico su ciascuna delle due articolazioni aumenta di 2-3 volte, mentre se si raccoglie un oggetto da terra o ci si allacciano le scarpe l’aumento è di 4-5 volte.

In tutte queste situazioni, anche se il movimento provoca dolore fermarsi è la scelta meno appropriata, perché porterebbe anche all’indebolimento dei muscoli. D’altra parte, non è possibile cercare sollievo solo negli antidolorifici che, in realtà, non curano il problema, ma lo allontanano solo temporaneamente

Meglio, piuttosto, fare esercizio regolarmente. Per chi è in sovrappeso l’attività fisica può aiutare anche a dimagrire e ogni chilo perso riduce la pressione sulle ginocchia. Il rischio di sviluppare l’osteoartrite diminuisce addirittura del 50% se si dimagrisce poco più di 4 chili.

(Fonte www.benessereblog.it)

Intolleranza al Lattosio: i Sintomi nei Bambini e negli Adulti

I sintomi dell’intolleranza al lattosio possono comparire sia da bambini, sia da adulti, quando anni di consumo di latte non farebbero più pensare di non saperlo digerire. D’altra parte è raro che si manifestino nei neonati, non compaiono prima dei 6 anni e sia se colpiscono i bambini, sia se ne soffrono gli adulti, si tratta degli stessi sintomi. Scopriamo quali sono e da che cosa sono causati.

intolleranza lattosioQuesta intolleranza dipende dalla carenza della lattasi, la proteina che trasforma il lattosio per permetterne l’assorbimento nell’intestino. A meno di rari difetti genetici i bambini nascono con una lattasi funzionante, ma intorno ai due anni i suoi livelli di diminuiscono e anche da adulti possono diventare insufficienti a digerire il lattosio.

Da bambini, ma anche da adulti, lo zucchero che rimane nell’intestino fermenta, produce idrogeno e rende le feci molli. A questo punto compaiono sintomi come dolori e tensioni intestinali, gonfiori, meteorismo, flatulenze, diarrea e, di conseguenza, disidratazione.

In genere i disturbi insorgono 1-2 ore dopo aver mangiato alimenti contenenti lattosio. La loro gravità dipende molto dalla quantità di lattosio ingerito e dai cibi cui è abbinato. I grassi, ad esempio, rimangono a lungo nello stomaco, riducendo i sintomi, mentre i carboidrati, che rimangono di più nell’intestino, aumentano l’intensità dei sintomi dell’intolleranza.

Anche se i segnali dell’intolleranza sono gli stessi nei bambini e negli adulti non si tratta di disturbi specifici. L’intolleranza alle proteine del latte, ad esempio, causa questi stessi sintomi. Solo il Breath Test, che rileva l’idrogeno prodotto nell’intestino, elimina ogni dubbio.

Una volta raggiunta la certezza dell’intolleranza non bisogna disperarsi. Il disturbo può, ad esempio, regredire se è stato scatenato da stress o da un’infezione. Non solo, spesso i bambini che non tollerano il lattosio risolvono spontaneamente il problema dopo i 10-12 anni e, da adulti, non ne soffrono più.

(Fonte www.benessereblog.it)

Mangiare Sano, in famiglia è più Facile

come mangiare sanoI pranzi in famiglia non sono soltanto piacevoli, ma anche salutari, tanto per bambini, quanto per gli adulti. La notizia arriva da uno studio revisionale condotto dalla Rutgers University, nel New Jersey e senza dubbio farà felice chi, agli happy hour con gli amici preferisce le grandi tavolate familiari. Questa abitudine, infatti, caduta un po’ in disuso, pare sia un vero toccasana.

I ricercatori americani, infatti, hanno passato in rassegna i risultati di 68 ricerche scientifiche pubblicate in precedenza, con lo scopo di “avvistare” una correlazione tra il consumo di pasti in famiglia e lo stato di salute in generale, con attenzione particolare ai bambini.

Gli studiosi hanno scoperto come il mangiare in famiglia frequentemente fosse legato ad un consumo maggiore di cibi sani, come la frutta e verdura, ricca di vitamine, fibre e sostanze nutritive importanti. A trarne vantaggio erano soprattutto i più piccini, che pranzando a casa con la propria famiglia si è osservato come consumino meno cibo spazzatura e bevande gassate/zuccherate.

Anche riguardo all’incidenza dell’obesità, è stata confermata una correlazione positiva con il consumo di pasti in famiglia. I bambini che mangiavano più spesso a casa, infatti, avevano un più basso indice di massa corporea (BMI – Body Mass Index), rispetto alla controparte.

Gli studiosi, Jennifer Martin-Biggers, Amanda Berhaupt-Glickstein, John Worobey e Carol Byrd-Bredbenner,  hanno presentato i dati della ricerca proprio qualche giorno fa in occasione della Scientific Sessions dell’American Society for Nutrition (ASN) a San Diego, unitamente ad un estratto, che è diventato una guida illustrata al servizio delle famiglie, con lo scopo di fornire un’informazione adeguata sull’importanza dei pasti e di una dieta corretta.

Lo studio è senz’altro interessante, ma dal mio punto di vista, alla domanda: mangiare in famiglia fa bene? Risponderei dipende, anche perché spesso, proprio quando si sta a tavola con la famiglia si tende ad esagerare nelle porzioni, e questo non è di certo salutare.

(Fonte www.medicinalive.com)

Dalla Buccia della Mela una speranza per la Lotta all’Obesita’

combattere obesitàUn componente presente nella buccia delle mele – l’acido ursolico – riesce ad accelerare la combustione delle calorie ingerite e può diminuire il rischio d’obesità. E’ quanto hanno scoperto alcuni ricercatori statunitensi dell’University of Iowa, secondo i quali l’acido ursolico svolge un duplice effetto: aumentare la massa magra, ovvero quella muscolare e contribuire ad eliminare quella grassa. La ricerca è stata effettuata su ratti alimentati con un regime molto ricco in grassi.

Il ricercatore Christopher Adams e i suoi colleghi, hanno dichiarato che l’acido ursolico aveva aumentato il grasso marrone nei topi, un tipo di grasso che porta a bruciare maggiori calorie. Ora, bisognerà vedere se lo stesso effetto si potrà ottenere con gli esseri umani e se l’acido ursolico potrà essere utile nella cura dell’obesità delle persone.

I ricercatori hanno pubblicato un articolo su PLoS ONE, nel quale spiegano che l’acido ursolico aumenta l’attività della proteina Akt, la quale svolge un ruolo importante in molti processi cellulari, bruciando anche il glucosio per ottenere energia. Clicca qui per l’articolo originale pubblicato su PLoS ONE il 20 giugno 2012 (in inglese).

Nello studio è stato testato l’effetto dell’acido ursolico su dei topi alimentati con una dieta ricca di grassi. E’ emerso che questo componente della buccia della mela, negli animali, aveva ridotto l’obesità, il pre-diabete e la steatosi epatica. I ricercatori hanno alimentato due gruppi di topi con una dieta ricca di grassi aggiungendo a un gruppo dell’acido ursolico.

Hanno trovato che i topi, la cui dieta includeva l’acido ursolico, mangiavano più cibo, ma guadagnavano meno peso e il loro livello di zuccheri rimaneva vicino ai livelli normali, anche se i topi non erano fisicamente più attivi rispetto al gruppo che non aveva ricevuto il supplemento di acido. Inoltre questi topi non avevano il fegato grasso.

“Il nostro prossimo passo è quello di determinare se l’acido ursolico potrà aiutare i pazienti”, hanno detto i ricercatori.

(Fonte www.freshplaza.it)

Frutta e Verdura per far crescere i Capelli e proteggerli dall’estate

proteggere capelli dal soleSole, vento e salsedine sono nemici dei capelli, tanto che non è raro rientrare dalle attese vacanze estive con una chioma secca e, spesso, sbiadita dai raggi solari. Diversi prodotti cosmetici promettono di mantenere i capelli idratati e lucenti durante l’estate, ma esistono anche cibi alleati della loro salute e della loro bellezza. Ancora una volta, gli ingredienti per il benessere sono nascosti nella frutta e nella verdura. Oltre a proteggere la pelle e a contrastare ossidazione e disidratazione, i prodotti di orti e frutteti promuovono la salute dei capelli, aiutandoli a crescere sani e forti anche quando il clima li mette a dura prova.

Il primo alleato del loro benessere sono le carote. Ricche di vitamina A, aiutano a mantenere in salute il cuoio capelluto. In estate, quando la voglia di mettersi ai fornelli può essere molto bassa, l’ideale è aggiungerle, affettate o grattugiate, a un’insalata. Personalmente, mi piace anche mangiarle tagliate a bastoncino, come crudité.

Anche spinaci e biete contengono vitamina A, ma forniscono anche vitamina C. Una dieta ricca di queste verdure promuove la sintesi di sebo, una sostanza oleosa prodotta dai follicoli piliferi da cui prendono origine anche i capelli e che agisce come un vero e proprio balsamo naturale. In più spinaci e biete forniscono anche calcio e ferro, minerali necessari per la crescita dei capelli. Dopo averli bolliti possono essere ripassati in padella, ma sono ottimi anche freddi. C’è, poi, chi non disdegna l’idea di usarli per preparare dei frullati.

Un’altra strategia per stimolare la crescita dei capelli è aumentare la circolazione del sangue nel cuoio capelluto. In questo caso sono i peperoni rossi, che contengono più vitamina C di un bicchiere di succo d’arancio. Mangiarli crudi, magari insieme alle carote, evita di distruggere i nutrienti in essi contenuti con la cottura.

Fra la frutta, invece, largo ad avocado, frutti di bosco, ciliegie e prugne. Il primo è ricco di vitamina E, prezioso alleato per chi vuol far crescere i capelli mantenendoli sani. Può essere anche aggiunto a insalate e tramezzini. Frutti di bosco, ciliegie e prugne contengono, invece, bioflavonoidi, molecole dalle proprietà antiossidanti che, come la vitamina C, aumentano la circolazione del sangue nel cuoio capelluto. Qualche consiglio per una preparazione particolare? Cucinateli in aceto balsamico con un po’ di zucchero per ottenere una crema con cui guarnire, ad esempio, il gelato, oppure aggiungete fragole tagliate a fette alla vostra insalata. Oltre che per la vostra chioma fluente potreste diventare famosi anche per l’originalità della vostra cucina.

(Fonte www.benessereblog.it)

Insalata in Busta, cosa è bene Sapere

Tutto quello che si deve conoscere prima di acquistare questi ortaggi onnipresenti sulle tavole del nostro paese, e sempre più nei banchi frigo dei supermercati

Dall’orto al supermercato ma sempre presenti

Gli antichi romani amavano molto mangiare l’ insalata, e quand’era possibile la coltivavano nel loro orticello. A distanza di secoli, la passione per questo sano e leggero contorno è ancora diffusissima tra gli abitanti della Penisola che, chi più chi meno, apprezzano un piatto di insalata a base di soncino, lattuga, radicchio, rucola, condito con poco olio, sale, limone o aceto. Con la differenza, però, che sia per mancanza di tempo sia per ragioni oggettive, dall’orticello si è passati al fruttivendolo e negli ultimi tempi al banco frigo dei supermercati dove vengono esposte in numero sempre maggiore le cosiddette “verdura di quarta gamma”, cioè le insalate già mondate, lavate, tagliate e confezionate in buste o in vaschette monoporzione.

informazioni importanti sull'insalata in bustaIn effetti, aprire una confezione, versare il contenuto nell’insalatiera e condire è più pratico rispetto alla serie di operazioni – cernita, lavaggio, asciugatura, taglio – che richiede la versione ordinaria dell’ insalata. Come tutti i servizi, anche questo ha un prezzo: l’ insalata pronta può costare dalle due alle sette volte in più rispetto a quella in cespo, e inoltre richiede maggiore attenzione al momento dell’acquisto.

Le regole da rispettare

Per avere un’ insalata già pronta da condire di buona qualità è importante rispettare la catena del freddo, dalla raccolta fino a quando l’ortaggio approda nell’insalatiera. La temperatura deve rimanere costantemente bassa anche durante le fasi della lavorazione, che dovrebbe avvenire in sale climatizzate e utilizzando acqua ghiacciata, per conservare al meglio le singole verdure bloccando la riproduzione di batteri. Terminato il ciclo di pulitura, asciugatura e confezionamento, i prodotti devono essere conservati in celle frigorifere e poi trasportati in camion frigo fino ai banconi refrigerati dei punti vendita

È precisamente il confezionamento ad impedire all’ossigeno di penetrare nella busta o nella vaschetta, evitando la fuoriuscita dell’anidride carbonica prodotta dalle foglie, che restano “vive” nonostante il taglio e continuano a respirare. In questo modo, con il passare delle ore all’interno della confezione si crea una situazione simile a quella dei prodotti conservati in atmosfera modificata, che rallenta l’avvizzimento delle sfoglie e lo sviluppo di eventuali muffe. Tutto ciò vale fino a quando la confezione resta al freddo e correttamente sigillata: aperta la busta o la vaschetta, le foglie si degradano velocemente anche perché dal taglio fuoriescono succhi che costituiscono un terreno favorevole alla moltiplicazione batterica.

E’ bene tenere presenta anche un altro fattore: le verdure iniziano a perdere sostanze nutritive, in particolare le vitamine, subito dopo essere state raccolte dai campi, e questo processo naturale viene accelerato dal taglio delle foglie.

Consigli per gli acquisti

Acquista solo confezioni di insalate conservate nei banconi refrigerati.

Controlla sempre la scadenza: come per tutti i prodotti freschi, vale al regola generale di scegliere la confezione con la data di scadenza più lontana, tenendo conto che è sempre meglio utilizzarne il contenuto almeno due o tre giorni prima che scada.

Osserva con attenzione il sacchetto o la vaschetta e scarta quelli che hanno condensa all’interno.

Verifica lo stato dell’ insalata: la presenza di foglie annerite ai bordi o nel punto del taglio significa che il prodotto si sta già alterando e le foglie marcescenti gonfiano l’addome.

Scarta anche le confezioni con molte foglie attaccate al cellophane e dai la preferenza a quelle dove i pezzi hanno dimensioni regolari.

Sull’etichetta, l’elenco del contenuto viene indicato in ordine decrescente. Nelle confezioni di insalata mista, questo permette di scegliere in base ai propri gusti. Se nessuna insalata è presente in quantità maggiore a un’altra, ci può essere la dicitura “in proporzione variabile”.

Non interrompere la catena del freddo: dopo l’acquisto, metti il sacchetto in frigo il prima possibile. Per sfruttare l’ insalata in busta come pranzo in ufficio, comprala la mattina stessa o fai in modo di trasportarla da casa in una borsa termica.

Una volta aperta la confezione, l’ insalata va consumata in giornata o al massimo nel giro di 24 ore.

È sempre consigliabile sciacquare le insalate già tagliate, anche quando non è espressamente indicato sulla confezione. Questa operazione diventa indispensabile anche per individuare e eliminare le foglie che iniziano a marcire.

(Fonte riza.it)