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Mancanza di Ferro, un Aiuto dalle Alghe

microalga spirulina ricca di ferroLa mancanza di ferro, è un disturbo molto diffuso. Il primo aiuto arriva sicuramente dall’alimentazione, a seguire ci sono gli integratori naturali, come alcuni tipi di alga, utili a sostenere l’organismo nei momenti di maggior fabbisogno di ferro.
Il ferro è un elemento per la nostra salute, dal momento che entra nella costituzione dell’emoglobina, della mioglobina e di alcuni enzimi. Il ferro, infatti, assolve a diversi compiti, come il trasporto di ossigeno nel sangue, il trasferimento di elettroni nella catena respiratoria, la produzione di vitamina A e la trasmissione degli impulsi nervosi.

Fattori che predispongono l’individuo alla carenza di ferro

  • dieta povere di carne e basate soprattutto su cereali integrali e verdure;
  • dieta eccessivamente ricca di crusca;
  • insufficiente assorbimento;
  • eccessive perdite ematiche;
  • gravidanza e allattamento;
  • sport.

La carenza di ferro è un problema piuttosto frequente, non solo in Italia. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ne soffrono 600-700 milioni di persone al mondo. La carenza di ferro riduce le funzionalità del cervello, peggiorando la memoria e la capacità di apprendimento. Durante la gravidanza, inoltre, la mancanza di ferro può rallentare la crescita cerebrale del bambino.

Il ferro è contenuto in molti alimenti, sebbene il nostro organismo riesca ad assorbirne solo un piccola percentuale. Gli integratori, perciò, possono un valido alleato per reintegrare questo minerale così importante.

Integratori naturali per la carenza di ferro

Microalga Spirulina: l’alga spirulina è ricca di ferro organico caratterizzato da alta biodisponibilià. Secondo numerosi studi, per tipologia e quantità, il ferro della spirulina è in grado di competere con il ferro contenuto nella carne.

Alga Clorella: si tratta di una microalga verde di acqua dolce, con una composizione cellulare simile a quella dei globuli rossi dell’uomo. Contiene molta clorofilla, tanto che rispetto ai vegetali a foglia verde ne ha da 10 a 100 volte di più. Per questo motivo è utile per incrementarne la formazione dell’emoglobina, responsabile del trasporto dell’ossigeno nei tessuti.

(Fonte www.medicinalive.com)

Zinco e Ferro per superare gli Esami di Maturità

Per superare a pieni voti gli esami di maturità, cari ragazzi, bisogna fare scorte di zinco e ferro. La carenza di questi Sali minerali, infatti, può influire negativamente sulle prestazioni scolastiche, e questo vale in particolar modo per le ragazze. A suggerirlo uno studio condotto dal dr. Roberto Aquilani, responsabile del Servizio di Fisiopatologia Metabolico-nutrizionale dell’Istituto Scientifico di Montescano dell’IRCCS Fondazione Maugeri, e pubblicato sulla rivista Current Topics in Nutraceutical Research.

aumentare prestazioni per gli esami di maturità

Il rendimento scolastico, dunque, dipende anche da quello che si mette nel piatto. Sembra, infatti, che un’assunzione adeguata di ferro e zinco siano associate a buoni voti in matematica e in italiano. L’impatto negativo dell’insufficienza alimentare sulla capacità di apprendimento dei bambini, infatti, è ampiamente documentato, così come è stato dimostrato che la carenza di ferro incide negativamente sulle performance degli studenti.

Come ha spiegato il dottor Aquilani:

Con lo studio realizzato in collaborazione con gli insegnanti della scuola L.G. Faravelli di Stradella (PV), abbiamo voluto indagare, nello specifico, gli effetti di ferro e zinco assunti con la normale alimentazione nell’apprendimento scolastico delle ragazze in età adolescenziale, che notoriamente soffrono della mancanza o carenza di questi elementi, in particolare del ferro, in parte perché ne assumono meno rispetto ai maschi, in parte perché a questa età ne perdono in quantità maggiore per via del ciclo mestruale.

La ricerca ha coinvolto 40 studentesse di età media di 14 anni, che al termine del primo quadrimestre, per  1 settimana, hanno tenuto un diario alimentare. I dati relativi all’assunzione dei nutrienti, ricavati dall’analisi dei diari, e i dati relativi alle performance (in matematica e in italiano), ricavati dalle valutazione del primo quadrimestre, sono stati incrociati. I risultati dimostrano come l’assunzione di ferro attraverso l’alimentazione è generalmente associata a voti migliori in matematica (scritto e orale) e in italiano (scritto), mentre lo zinco influisce esclusivamente sul rendimento in matematica.

(Fonte www.medicinalive.com)

Come fare il Pieno di Energie per un fine settimana da leoni

dieta per combattere stanchezzaSe vi sentite stanchi dopo una settimana di duro lavoro ed il vostro unico desiderio di attività fisica si limita ad un movimento goffo e lento dal divano al frigo, ecco sei consigli contro la stanchezza per fare il pieno di energie e sentirvi immediatamente più vitali, pronti per un fine settimana di buonumore e divertimento all’aria aperta.

  • Partiamo dalla colazione…presto che è tardi, direbbe il Bianconiglio. Anche se la tentazione di dormire fino a mattino inoltrato è forte, affrontate la flemma mattutina con un ricco pasto, a base di proteine magre, cerali integrali, frutta. Per mantenere il senso di sazietà ed evitare cali di energia a breve termine, Lona Sandon, dietologa, docente di nutrizione clinica allo University of Texas Southwestern Medical Center, consiglia di iniziare la giornata con pane integrale, banane e frutta secca.
  • Tra le verdure più energizzanti e antistress troviamo gli spinaci, ricchi di magnesio, un minerale che aiuta il nostro organismo a convertire il cibo in energia più in fretta. Secondo uno studio condotto dall’USDA’s Agricultural Research Service, chi ha livelli troppo bassi di magnesio tende a stancarsi più facilmente perché impiega più tempo a svolgere delle mansioni.
  • Non dimentichiamoci mai di mantenerci idratati. Il nostro corpo implora acqua. Se manteniamo il giusto livello di idratazione ci stancheremo meno facilmente e ci sentiremo più attivi. La Sandon ci spiega che possiamo assumere acqua anche indirettamente, consumando frutti come le arance ricchi di liquidi, tè verde, tisane, succhi di frutta (100% e senza zuccheri aggiunti, ovviamente).
  • Non eliminare dalla dieta i carboidrati. Questo ci sembra un consiglio sensato, visto che pasta e pane ormai nelle (inutili a lungo termine) diete ipocaloriche più in voga sono eccessivamente demonizzati. Per non sentirci stanchi, irritabili e affaticati, dobbiamo consumare 180 grammi di carboidrati al giorno. Scegliamo quelli integrali piuttosto che i prodotti raffinati e faremo anche il pieno di fibre, sentendoci sazi più a lungo e prevenendo i fattori di rischio delle malattie metaboliche e del cancro. Se siete intolleranti al glutine, potete sostituirli con fagioli, frutta fresca e patate dolci.
  • Ferro. Noi donne, in particolare, abbiamo bisogno di 18 milligrammi al giorno, il doppio della razione quotidiana consigliata per gli uomini. La Sandon consiglia bistecca di manzo due volte alla settimana, ma per chi non ama la carne rossa o è vegetariano pane integrale, cereali e fagioli sono un ottimo sostituto. Ed ecco una dritta davvero utile: per favorire l’assorbimento del ferro più in fretta, associamolo a cibi ricchi di vitamina C, ad esempio succo di pomodoro e succo di arancia.
  • Infine, anche se siamo stanchi e fare attività fisica è l’ultima cosa che ci passerebbe per la testa, fare esercizio fisico può farci sentire più energici. I ricercatori dell’Università della Georgia (e non solo loro) hanno appurato che durante e dopo l’attività fisica il nostro corpo rilascia endorfine per placare i dolori muscolari. Ci sentiremo meglio e più vitali, quasi come dopo aver mangiato una fetta di torta al cioccolato. E senza effetti collaterali per la linea!

(Fonte www.benessereblog.it)

La Frutta che contiene Ferro per combattere l’Anemia

La frutta è un prezioso alleato per la nostra salute e, soprattutto quella secca, può essere ricca di ferro. Come suggerito dalla piramide alimentare infatti, la nostra dieta dovrebbe essere composta per la maggior parte da frutta e verdura, ricche di vitamine, sali minerali, ferro e tanti altri elementi nutritivi fondamentali. La frutta poi, in base al suo colore, può contenere svariate sostanze nutritive fondamentali. Qualche esempio? La frutta di colore giallo e arancio contiene betacarotene e le vitamine del gruppo B,C,E, oltre a sali minerali e amidi mentre la frutta blu o viola indica elementi con proprietà antiossidanti e ricchi di antocianine. La frutta di colore verde ha un basso contenuto energetico ma è ricca di folati e provitamina A.

Il ferro è fondamentale per il nostro benessere: spesso però si parla di anemia quando viene individuata una mancanza di questo elemento, molto più frequente nelle donne che nell’uomo. Per una donna il fabbisogno giornaliero di ferro si attesta sui 18 mg, mentre all’uomo bastano 10 mg. al giorno. Le donne in età fertile (per le donne in menopausa infatti la quantità è ridotta) hanno bisogno di più ferro perché questo elemento viene perso in grande quantità durante il ciclo mestruale. Come ha stabilito l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), si parla di anemia, quando il valore di emoglobina è inferiore ai 14 g/dl nell’uomo, ai 12 g/dl nella donna e agli 11 g/dl nella donna incinta. In generale, tra gli alimenti più ricchi di ferro ricordiamo i legumi, il tuorlo d’uovo, i mitili e la carne animale. Il ferro inoltre si distingue in ferro in forma “EME” e “NON EME”. Del primo tipo fa parte questo elemento contenuto nella carne animale e nel pesce e si tratta di un nutriente immediatamente disponibile per l’organismo. Il ferro “NON EME”, è invece quello contenuto nei cereali e nei vegetali, che però non risulta immediatamente disponibile per l’organismo e quindi poco indicato per aiutare in caso di carenze ematiche di ferro.

La frutta, in particolare quella secca può essere ricca di ferro. Per darvi un’idea, vi elenchiamo di seguito i tipi di frutta più ricchi di ferro, i cui valori si riferiscono a 100 gr di prodotto. Tra la frutta secca più ricca di ferro ricordiamo le pesche ricche anche di calcio, di beta-carotene, di vitamina B3 e di niacina. Anche i fichi secchi sono alimenti ricchi di ferro ma anche di fibre, che aiutano in modo naturale la funzionalità dell’intestino. La frutta fresca rimane comunque fondamentale quando si cura un’anemia perché il ferro viene assorbito meglio in combinazione con la vitamina C, presente in moltissimi alimenti. Importantissimo quindi arricchire la dieta con frutta e verdura fresche, in particolare fragole, kiwi, arance, limoni e agrumi, frutti di bosco, verdure a foglia verde come broccoli, spinaci e lattuga.

Pistacchi 7,3
Anacardi Pesche, secche 6,0
Albicocche, disidratate 5,3
Albicocche, secche 5,0
Feijoa 4,0
Prugne secche 3,9
Cocco, essiccato 3,6
Pesche, disidratate
Arachidi, tostate 3,5
Uva, secca Nocciole, secche 3,3
Fichi, secchi Mandorle dolci, Datteri, secchi 2,7
Noci 2,6
Noci pecan 2,4
Noci, secche 2,1
Pinoli Mele, disidratate 2,0
Castagne, secche 1,9
Cocco 1,7
Mora di rovo
Ribes 1,3
Lamponi 1,0
Ciliege, candite Castagne 0,9
Fragole Banane 0,8
Mirtilli 0,7
Ciliege Passiflora Avocado 0,6
Ananas Albicocche Fichi LitchiMango Kiwi Papaia 0,5
Amarene Uva Fichi-d’india Pesche senza buccia 0,4

Esistono, oltre alla frutta secca, tantissimi altri alimenti ricchi di ferro. Vi proponiamo un’esaustiva tabella, con l’elenco dei cibi raccomandati in caso di anemia, i cui valori si riferiscono sempre a 100 gr di prodotto.

Fegato d’oca 30,53 mg
Cioccolato fondente amaro 17,4 mg
Vongola 13,98 mg
Cacao amaro 13,86 mg
Ostrica, cotta 11,99 mg
Caviale 11,88 mg
Paté di pollo inscatolato 9,19 mg
Muesli con frutta e frutta secca 8,75 mg
Muesli 8,20 mg
Lenticchie 7,54 mg
Ostrica 6,66 mg
Farina di soia 6,37 mg
Germe di grano 6,26 mg
Pollo – coscia 6,25 mg
Ceci 6,24 mg
Patate, bollite 6,07 mg
Seppia 6,02 mg
Pinoli secchi 5,53 mg
Fagioli cannellini 5,49 mg
Fagioli borlotti freschi 5,00 mg
Fiocchi d’avena 4,72 mg
Nocciole 4,70 mg
Alici sott’olio 4,63 mg
Arachidi 4,58 mg
Grano duro 4,56 mg
Mandorle secche 4,51 mg (fonte /dieta.pourfemme.it)

Piselli tante proteine di qualità con Poche Calorie

La pianta del pisello (Pisum sativum) può essere nana o rampicante, le foglie sono composte con i fiori bianchi o gialli, e i frutti, chiamati baccelli, caratterizzati dalla forma curva, contengono al loro interno i semi di colore verde (fino a dodici per baccello), che sono la parte commestibile della pianta. La provenienza non è molto chiara, ma sappiamo che la loro origine è sicuramente orientale. La tesi più avvalorata è che la loro origine sia la Mesopotamia, intorno al III millennio a.C. e che da qui sarebbero giunti nell’area mediterranea, entrando a far parte in modo stabile della dieta dei Greci e dei Romani. Oggi sono largamente coltivati in tutta l’Europa Centrale e in quella Meridionale, e sono diffusissimi in Italia, dove si possono trovare nelle varietà lisce o rugose, gialle o verdi, interi o sgusciati o spezzati. Insieme alle lenticchie, fagioli, ceci e la soia fa parte della famiglia delle Fabaceae (o Leguminose), che hanno in comune una caratteristica, contengono un’elevata quantità di aminoacidi, al punto da essere i vegetali che ne sono più ricchi; sono carenti solo di metionina e cisteina che si trovano invece negli aminoacidi dei cereali, che a loro volta mancano di lisina, la quale è contenuta nei legumi. Per questo motivo legumi e cereali si completano a vicenda, dando origine a un contenuto proteico di alta qualità.

Il pisello è un ortaggio che ha una composizione nutrizionale molto interessante. Ricco di carboidrati, aminoacidi, fibre, vitamine e sali minerali, contiene invece una una modesta quantità di calorie (80 kcal ogni 100g). Il contenuto di carboidrati varia a seconda del grado di maturazione, minimo e con molta acqua all’inizio, alto e perfino altissimo quando è secco. Le fibre solubili sono tante, rappresentano circa il 4-6% del peso totale del pisello e sono molto  efficaci per i problemi intestinali e per la stitichezza;  è stato inoltre dimostrato che un’alimentazione a base di cibi ricchi di fibre solubili permette di ridurre i livelli di colesterolo e, restando più a lungo nello stomaco, stabilizzano la glicemia. Alto è anche il valore proteico dei piselli, maai quali mancano gli aminoacidi essenziali che si trovano però nei cereali, quindi usare il pane durante il pasto con i piselli è un modo di ottimizzare l’uso delle proteine. Anche le vitamine sono presenti nei piselli in notevole quantità, fra queste tutte le vitamine del gruppo B escluso la B12, la vitamina C e la vitamina E.
Essendo ricchi di vitamina C, rafforzano le difese naturali dell’organismo. I piselli non contengono colesterolo, e sono pertanto consigliati anche per chi soffre di alti valori di lipidi, contengono invece una modesta quantità di fitoestrogeni, generalmente usati per abbassare i sintomi della menopausa. Importante è anche l’elevato contenuto di minerali, ferro e fosforo in particolare, presenti in questi legumi. Contenendo poche calorie e assenza di colesterolo, i piselli, si rivelano un ottimo alimento per regimi dietetici che vogliono perdere peso, sono deliziosi e danno velocemente il senso di sazietà. Contengono meno amidi degli altri legumi e perciò sono assai più digeribili. Hanno un effetto benefico nella prevenzione di infezioni virali dell’intestino.
I piselli sono tra i legumi più comunemente consumati e sono di norma ben tollerati, ma in soggetti predisposti possono essere causa di allergie o scatenare delle forti orticarie. (fonte www.florablog.it)

Spinaci: Proprietà, Curiosità e Consigli

Gli spinaci altro non sono che le foglie dell’omonima pianta. Sono una delle verdure più conosciute in tutto il mondo ma hanno origini incerte: l’ipotesi più accreditata è quella che li fa arrivare dalla Persia, dove erano coltivati già nel 2000 a.C., per essere in seguito portati e diffusi in Cina prima e in Europa poi. Sono “famosi” per l’alto contenuto di ferro che li contraddistingue, tanto che fu inventato il personaggio di Braccio di Ferro a far da testimone per riuscire a farli mangiare ai più piccoli con la scusa di diventare così più forti. Pochi però sanno che in realtà, pur rimanendo una buona fonte di ferro, gli spinaci ne contengono una quantità minore di quanto si pensasse in passato. L’equivoco nacque – si racconta – dall’errore di un chimico che, analizzando le proprietà degli spinaci, trascrisse il valore percentuale di ferro sbagliando una virgola ai decimali e quindi il valore reale venne moltiplicato per 10.

Gli spinaci si classificano comunque tra gli ortaggi più salutari: ricchi di vitamina A e C, sono fonte anche di potassio, ferro e acido folico e hanno un basso contenuto calorico. Hanno foglie di colore verde intenso, carnose e consistenti, di forma e grandezze diverse a seconda delle varietà che sono diverse. Tra le più importanti troviamo: il Gigante d’inverno dalle foglie ampie e carnose, il Virofly dalle foglie grandi e tondeggianti, il Riccio d’Asti dalle foglie larghe e bollose, il Riccio di Castelnuovo dalle foglie arrotondate e carnose e il Merlo Nero dalle foglie arricciate.

In commercio si trovano sia freschi da pulire o già lavati e messi in sacchetti di plastica sigillati oppure ancora surgelati a cubetti o in foglie. Al momento dell’acquisto, per scegliere un prodotto fresco, bisogna fare attenzione alle foglie: esse devono avere colore intenso e brillante, senza parti ingiallite o appassite. Occorre avere molta cura nel pulirli e nel lavarli perché, crescendo a livello del terreno, raccolgono terra e impurità. Prima di tutto quindi bisogna togliere eventuali foglie ingiallite, staccare poi dalle restanti il picciolo alla base e lavarle con acqua fredda diverse volte per togliere tutte le impurità: il tutto deve avvenire però in tempi brevi per evitare di lasciare gli spinaci troppo tempo in acqua. La cottura è piuttosto breve, anche perché è consigliato cuocerli in pentola a pressione, ma se si vuole lessarli normalmente un piccolo trucco è non usare troppa acqua ma anzi lasciare quella che si è accumulata nelle foglie durante l’ultimo risciacquo. Per quanto riguarda invece la conservazione, è sconsigliabile conservarli già cotti anche se per 1 o 2 giorni al massimo si mantengono purché posti in frigo e in un contenitore ermetico; gli spinaci freschi invece, vanno lavati e asciugati e poi messi in frigorifero, nel reparto delle verdure, in sacchetti di plastica adatti oppure in sacchetti di carta (tipo quelli del pane) e lì si conservano per 2 o 3 giorni oppure ancora possono essere congelati. In ogni caso, la soluzione migliore è quella di consumarli freschi perché, conservandoli, si perdono molte delle loro proprietà.

In cucina gli spinaci si usano nei modi più svariati crudi e cotti: o semplicemente in insalata, saltati in padella o a vapore oppure si trovano in sformati, zuppe, minestroni, frittate, come ripieno di pasta fresca insieme alla ricotta, nell’impasto delle crocchette, nella preparazione di pasta verde come gli strangolapreti trentini o in piatti come la torta Pasqualina e l’erbazzone emiliano. (fonte cucina.bloglive.it)

Farro: un Cereale, tante Virtù

Il farro è uno dei cereali meno diffusi, anche se negli ultimi anni è al centro di una riscoperta, a partire da chi ha orientato la propria alimentazione in senso naturista. Fino all’inizio del XX secolo era coltivato soprattutto in Svizzera, Germania e Francia.

Il valore nutrizionale del farro è simile a quello del grano tenero: contiene proteine, grassi insaturi, vitamine A, C, B, acido fitico, sali minerali e fibre; è povero invece di amminoacidi essenziali. Il farro svolge attività antianemica, lassativa, ricostituente e rinfrescante.
Il selenio e l’acido fitico inibiscono la formazione di radicali liberi, pertanto il cereale ha anche proprietà antiossidanti ed è l’ideale per chi è sottoposto a stress intellettuale, per le donne in menopausa e per gli anziani.

Consumare farro conduce rapidamente alla sazietà, per questo motivo e per la sua agevolazione alla motilità intestinale, è indicato nelle diete dimagranti. La ricchezza di carboidrati, ferro e calcio lo rende adatto alle persone che praticano sport, a chi è in convalescenza, a chi soffre di anemia e osteoporosi.La pianta si adatta anche a terreni relativamente poveri e pietrosi, tollera condizioni climatiche rigide e cresce anche in zone dove, a causa dell’altitudine, non si riesce a coltivare grano.

Dopo essere stato decorticato può essere consumato in chicchi e può essere utilizzato per preprarare minestre e zuppe. Se ne può ottenere anche pane (mescolando la farina di farro con quelle di segale e frumento) e pasta alimentare. (fonte salute.it.msn.com)

Combattere la Trombosi venosa ricorrendo al Ferro

La trombosi venosa costituisce un disturbo che di anno in anno coinvolge parecchie persone, anche bambini e ragazzi. Ma sembra che si possa combattere con il ferro, come ha messo in evidenza uno studio dell’Imperial College di Londra. La ricerca ha potuto mettere in luce qualcosa in più trombosi venosa. Si tratta della formazione di un coagulo di sangue, determinato dal trascorrere un lungo periodo di immobilità o da problemi di circolazione sanguigna. Di solito vengono colpiti gli arti inferiori, perché i muscoli tendono a non contrarsi e quindi a non favorire la circolazione del sangue.

La ricerca inglese è riuscita a mettere in evidenza che la trombosi venosa profonda ricorre maggiormente in quelle persone che presentano una carenza di ferro. È questo infatti ciò che è stato dichiarato da Claire Shovlin, che ha guidato lo studio:

“La nostra ricerca dimostra che nelle persone affette da HHT i bassi livelli di ferro nel sangue sono un fattore di rischio potenzialmente trattabile per i coaguli di sangue. Se la scoperta si applica alla popolazione generale, avrebbe implicazioni importanti in quasi ogni area della medicina.”

Anche lo smog aumenta il pericolo di incorrere in una trombosi. Molto importante quindi la prevenzione della patologia, che si dovrebbe basare anche su una maggiore consapevolezza riguardo alle cause.

Queste sono diverse, dalle malattie ereditarie alla gravidanza, dalle lesioni agli interventi chirurgici. Inoltre si è scoperto che le nuove pillole contraccettive aumentano il rischio di trombosi.(fonte www.tantasalute.it)

Le proprieta’ dell’Indivia

L’indivia comprende due sottospecie: indivia scarola (Cichorium endivia latifolium) e indivia ricciuta (Cichorium endivia crispum). L’indivia scarola è una verdura coltivata che deriva dalla cicoria, già conosciuta dagli Egiziani e utilizzata come fitofarmaco.

Presenta caratteristiche foglie ampie, ondulate o leggermente arricciate, sovrapposte a formare un grumolo detto “cuore”. La scarola è molto più ricca, rispetto all’indivia, di cellulosa, clorofilla e vitamina E, caratteristiche che la rendono meno digeribile.

L’indivia, fin dall’antichità era apprezzata per le sue proprietà toniche, depurative e diuretiche, al punto di essere utilizzata come pianta medicinale. Oggi, grazie al sistema dell’imbiancamento delle foglie che elimina l’amarognolo, l’indivia è usata come insalata.

Rispetto alla cicoria, l’indivia si caratterizza per una maggiore percentuale di ferro, di zuccheri e di acqua di vegetazione, e un minore contenuto di sali. Per la maggiore quota in zuccheri, è possibile utilizzarla anche quando il paziente presenti disturbi della funzionalità epatica.

Rispetto alla scarola, l’indivia riccia si distingue per la minore percentuale di sali minerali. Questa verdura è ricercata per la leggerezza e per la sua capacità rinfrescante, include circa il 95% d’acqua ed ha pochissime calorie.

Contiene inoltre il 2,7% circa di fibre tenere, composte soprattutto da cellulosa ed emicellulosa, che conferiscono all’indivia la sua consistenza soda e croccante. Altra caratteristica nutrizionale è l’elevata concentrazione di vitamina C e vitamina B9 (100 kcal d’indivia giornaliera coprono circa il 100% del fabbisogno di vitamina C e di fibre e quasi tre volte il fabbisogno di vitamina B9).

Grazie al suo elevato contenuto di acqua risulta molto rinfrescante, con ottime proprietà aperitive. E’ ricca anche di vitamine e sali minerali ed oligolementi. L’indivia riccia contiene all’interno un succo lattiginoso, capace di svolgere una lieve azione analgesica e rilassante, che rendono il consumo di scarola particolarmente consigliato per persone nervose o che soffrono di insonnia.
(fonte www.freshplaza.it)

I Valori Nutrizionali della Quinoa

È ormai abbastanza conosciuta la quinoa tra chi cerca un cereale che non sia il solito di tutti i giorni ma offra nel contempo qualità nutrizionali di rilievo, ottime per il benessere del proprio organismo e un’alimentazione più ricca e variata. Fa parte dell’alimentazione delle popolazioni del Sudamerica da secoli e solo più di recente la sua diffusione in Europa, dove viene ormai anche coltivato, ha fatto sì che se ne conoscessero di più le sue virtù. Scopriamole.

Il sapore è assai simile a quello del riso integrale anche se la sua consistenza è più raffinata. È di facile digestione e possiede un alto valore nutritivo. Inoltre è particolarmente resistente a parassiti e insetti e si conserva molto a lungo integro, preservando tutte le sue caratteristiche organolettiche. Accade grazie alla saponina, una sorta di conservante naturale contenuto nella quinoa.

Contiene un perfetto equilibrio di proteine vegetali, oli, grassi insaturi, amidi e aminoacidi. È ricco di carboidrati ma anche di minerali preziosi come ferro, calcio, fosforso, oltre che di vitamine e fibre. Non contenendo glutine si presta ad essere un buon alimento base per chi è intollerante. Tra gli aminoacidi spiccano la lisina, l’arginina, l’istidina, la mationina e la cistina. Il contenuto di grassi è compreso fra il 4% e il 9%, gran parte dei quali consiste in acido linoleico che abbassa la concentrazione di trigliceridi nel sangue.

Vediamo nel dettaglio i valori nutrizionali per 100 grammi di prodotto: a fronte di circa 340 calorie contiene il 14% di proteine di alta qualità, il 60% di carboidrati, il 5% di grassi. Seguono fibre, minerali e vitamine, tra cui si fanno notare per quantità e utilità le vitamine C ed E e alcune vitamine del gruppo B, specialmente B1, B2 e niacina. Le sue proprietà? Aiuta a combattere infezioni delle vie urinarie, colesterolo cattivo, pressione sanguigna alta. Inoltre migliora le difese immunitarie e rappresenta una buona fonte di proteine per chi segue una dieta vegetariana. (fonte www.benessereblog.it)