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Farmaci e Sole? Tutti quelli che è meglio Evitare

interazione farmaci e soleLe belle giornate di sole invitano ad andare al mare, ma assumendo farmaci, rischiamo qualcosa? A volte non ci pensiamo neppure, ma in realtà il problema esiste e può avere delle ripercussioni sgradevoli e, qualche volta, anche serie. Parliamo di quelle reazioni indesiderate, quegli effetti collaterali che un gran numero di medicinali possono provocare nel nostro organismo a causa dell’interazione con i raggi UV. Se ci rechiamo in spiaggia per prendere il sole, ma stesso discorso vale per i solarium, e ci dimentichiamo che stiamo assumendo dei medicinali, potremmo ritrovarci con la pelle ricoperta di puntolini o di macchie rosse, e certo questo non è esattamente piacevole.

Ma vediamo in cosa consistono i rischi che corriamo esponendoci ai raggi solari quando siamo sotto cura e quali farmaci possono provocarci allergia.

Sole e farmaci: quali sono i rischi?

L’interazione tra raggi del sole e farmaco (sia assunto per via orale che topica), può dare luogo ad una reazione allergica che si chiama fotosensibilizzazione o, a seconda dei sintomi, fotoallergia. In entrambi i casi, la porzione di cute esposta alla luce solare diretta, si irrita, come se subisse uno shock. La fotosensibilizzazione è determinata da una modifica che il principio attivo del farmaco subisce a causa dell’azione solare, motivo per cui la cute si copre di macchie rossastre o iperpigmentate, talvolta anche delle piccole bolle. La fotoallergia, invece, è più che altro provocata da una reazione del sistema immunitario dell’organismo alla medicina, con conseguente orticaria, che può coprire porzioni di pelle più vaste rispetto a quelle esposte al sole. In entrambi i casi, non fatevi prendere dal panico, quello che dovete fare è togliervi subito dalla fonte di luce e smettere anche l’assunzione del farmaco. Così facendo, i sintomi dovrebbero regredire spontaneamente. Vediamo quali sono i medicinali a cui dobbiamo fare particolarmente attenzione

Sole e farmaci: quali sono controindicati?

Ecco i farmaci a rischio e relativi principi attivi. Si tratta di antibiotici, antinfiammatori, antidepressivi, ma anche la pillola anticoncezionale, ad esempio. Si raccomanda di leggere sempre il bugiardino prima di esporsi al sole, per vedere se vi sono controindicazioni in tal senso. Di seguito l’elenco in ordine alfabetico, da leggere così: da sinistra la categoria, a seguire il principio attivo, quindi il nome delle specialità medicinali più frequentemente prescritte:

  • Antiacne isotretinoina Isotretinoina Stiefel, Isotrex gel, Roaccutan
  • Antiritmici amiodarone, chinidina Amiodar, Amiodarone generico, Cordarone, Longachin, Ritmocor
  • Antidiabetici glibenclamide, gliclazide, gliquidone, glisolamide Daonil, Gliben, Euglucon, Diamicron, Glurenor, Diabenor
  • Antireumetici auranofin Ridaura
  • Antibiotici dossiciclina, tetraciclina Bassado, Miraclin, Ambramicina
  • Antidepressivi imipranina, amitriptilina Tofranil, Adepril, Laroxyl, Triptizol, Mutabon, Limbitryl
  • Antifungini griseofulvina Fulcin, Grisovina
  • Antistaminici prometazina, clorfeniramina, terfenadina Fargan, Farganesse, Fenazil, Trimeton, Fienamina, Allerzil
  • Antimalarici clorochina ClorochinaAntineoplastici dacarbazina, metotressato Deticene, MethotrexateChinoloni Ciprofloxacina, enoxacina, norfloxacina, ofloxacina Ciproxin, Flociprin, Enoxen, Noroxin, Utinor, Flobacin, Ofloci
    • Contraccettivi orali estrogeni e progestinici Mercilon, Securgin, Harmonet, Fedra, Arianna, Yasmin, Milvane, Minulet, ecc.
    • Diuretici furosemide Lasix, Furosemide generico, lasitone, Spirofur
    • Diuretici tiazidiciidroclorotiazide Esidrex, Moduretic, AldactazideFurocumarine methoxsoralene, oxsoralene
    • FANS piroxicam, naprossene Feldene, Piroxicam generico, Naprosyn, Aleve, Momendol, Synflex
    • Fenotiazine clorpromazina, promazina, perfenazina Largactil, Prozin, Talofen, Trilafon
    • Sulfamidici sulfametossazolo, saulfasalazina Bactrim, Eusaprim, Salazopyrin En

(Fonte salute.pourfemme.it)

Preparare la Pelle all’Abbronzatura con la Frutta Arancione

Si avvicina l’estate e, per preparare la pelle all’abbronzatura ed evitare scottature, la prima raccomandazione è di inserire fin da ora nella nostra alimentazione due/tre porzioni al giorno di frutta di stagione, abbondando con meloni, albicocche, pesche e anguria. Fra i suggerimenti, anche quello di iniziare già ora ad esporsi al sole tutti i giorni, per pochi minuti.

Questi sono i consigli di un grande medico, il professor Antonino di Pietro, dermatologo di fama internazionale, presidente fondatore dell’Isplad, la Società di dermatologia plastica e oncologia, e autore dei libri “Per la tua pelle” e “Botulin free”, pubblicati da Sperling & Kupfer.

frutta arancioneLa frutta di questo periodo, spiega il professore, in particolare quella di colore arancione, è ricca di una sostanza chiamata betacarotene, in grado di riparare la pelle dagli effetti nocivi del sole. Mangiare frutta arancione significa quindi incrementare i livelli di betacarotene nel corpo sicché, quando ci esporremo al sole, avremo un minor rischio di scottarci e la nostra abbronzatura sarà uniforme e senza macchie. L’abbronzatura parte dunque dalla tavola, dove è consigliabile abbondare con insalate a base di carote, pomodori e cetrioli.

Questi cibi, oltre a contenere alte dosi di betacarotene, sono ricchi di vitamine A, E e C, che hanno un effetto antiossidante, cioè riparano la pelle dall’invecchiamento e dalla disidratazione che il sole può causare. Ideale sarebbe consumare anche tonno e sardine perché contengono selenio, un minerale che aiuta a contrastare la comparsa di rughe.

Fra i tanti consigli, anche quello di iniziare subito ad esporsi al sole: questo aiuta a stimolare la produzione di melanina, una sostanza in grado di proteggerci dagli effetti negativi dei raggi UV. Iniziare adesso significa accumulare la giusta quantità di melanina e arrivare alle giornate di vacanza e di pieno sole con uno scudo naturale più efficace.

Cominciamo ad esporci al sole un quarto d’ora al giorno, evitando le ore centrali della giornata – dalle dodici alle quindici – perché gli effetti del sole in queste ore sono i più nocivi. Per chi non ha tempo di mettersi al sole in tutto relax, sarà sufficiente camminare al sole intanto che si va a lavorare, fare la spesa o accompagnare i figli a scuola. Ottima anche la pausa pranzo per stare all’aria aperta e prendere il sole.

(Fonte www.freshplaza.it)

Irritazioni alla Pelle dei Bambini: Rimedi Omeopatici

rimedi omeopatici irritazione pelleDermatiti solari, sfoghi da sudore, morsi d’insetto: in estate la pelle dei bambini, più delicata e sensibile, è messa a dura prova dalle irritazioni. Se è vero che il più delle volte le problematiche cutanee sono temporanee e facilmente risolvibili, è altrettanto innegabile che talvolta la tendenza a sottovalutare tali manifestazioni può portare a spiacevoli sovrainfezioni favorite da un lato da un eventuale calo delle difese e dall’altro dal grattamento.
In tutti questi casi un valido aiuto arriva da “IMO Complesso D”, medicinale omeopatico, efficace alternativa ai classici antistaminici topici, che con l’esposizione al sole possono provocare reazioni di fotosensibilizzazione e ai cortisonici, farmaci senz’altro efficaci ma non privi di effetti collaterali.
“Un primo aspetto da considerare è che la pelle è un emuntorio fondamentale: attraverso la sudorazione, infatti, essa consente non soltanto di regolare la temperatura corporea ma anche di espellere tossine” commenta Zora Del Buono, pediatra omeopata a Bari. “Per tale ragione la miliaria (o sudamina), reazione infiammatoria innescata dalla cristallizzazione del sudore all’interno delle stesse ghiandole che lo producono, è una delle manifestazioni estive più frequenti nei bambini, in particolare nei più piccoli: i puntini arrossati, che possono assumere anche l’aspetto di vescicole, oltre a preoccupare le mamme, possono creare disagio e favorire, attraverso il prurito e le lesioni da grattamento che ne derivano, l’impianto di germi. Accanto alle eruzioni da calore, come la miliaria, troviamo poi quelle da esposizione al sole, di cui paradigmatica è la dermatite solare”. Si tratta di un eritema che può spingersi fino alla scottatura, dovuto alla vasodilatazione, che a sua volta comprime le terminazioni nervose cutanee causando dolore, rossore, prurito, formazione di bolle e perfino febbre. Alla sintomatologia irritativa si associa poi quella legata alla riduzione del potenziale antiossidativo, che si traduce in fenomeni di degenerazione cellulare ed invecchiamento precoce e in riduzione della protezione immunitaria.

Estate significa poi, per i bambini e non solo, maggior frequenza di morsicature di insetti, che uniscono al microtrauma l’inoculazione delle sostanze irritanti presenti nella saliva dell’animale, potenzialmente responsabili di sensibilizzazione allergica” precisa Del Buono.
“Possiamo così imbatterci nello strofulo, tipico del bambino più piccolo, caratterizzato da eruzioni soprattutto sugli arti che tendono a raggrupparsi lungo il decorso dei vasi linfatici, spesso complicate da lesioni da grattamento. Dopo l’anno e mezzo d’età il bambino, che si è sensibilizzato alle zanzare tende a reagire per reattività crociata a ogni morsicatura e può così andare incontro a orticaria papulosa”. La prurigo nodulare è poi la manifestazione di una cronicizzazione favorita dal continuo grattamento, che irrita le terminazioni cutanee mantenendo il circolo vizioso del prurito e favorendo la comparsa di vescicole, eczemi e foruncolosi.
Bisogna infine ricordare che in estate si verifica una classica recrudescenza delle malattie esantematiche, in cui la febbre non fa che complicare ulteriormente sul quadro complessivo.
“La cura genera spesso ansia nei genitori” osserva Del Buono. “Gli antistaminici topici sono controindicati perché possono dare luogo a reazioni da fotosensibilizzazione e i cortisonici, per quanto efficaci sulla componente infiammatoria, sono gravati da numerosi effetti indesiderati. In tutti questi casi un supporto importante è offerto dal mondo delle piante, di provenienza locale o da paesi lontani. La Calendula, per esempio, vanta un uso antico e ben consolidato: chiamata anche Fiorarancio, è una comune pianta da giardino, appartenente alla famiglia delle Asteraceae e utilizzata sotto forma di tisane, tinture, estratti liquidi, creme o unguenti, o come componente in prodotti per la pelle e per i capelli”. Gli effetti della Calendula sono dovuti ai suoi componenti: flavonoidi, carotenoidi e xantofille, e composti triterpenici. Da secoli, i fiori di Calendula sono stati utilizzati per trattare piaghe, ustioni e ferite grazie alla triplice azione, antinfiammatoria, antisettica (dovuta a effetti antimicrobici e immunomodulanti) e cicatrizzante.
Diversi studi dimostrano che l’applicazione di Calendula favorisce la riepitelizzazione; studi in vitro provano che, applicata direttamente sulla cute lesionata, aumenta l’angiogenesi (cioè la formazione di nuovi vasi sanguigni) in maniera significativa a livello cutaneo.
“Un’altra pianta importante è Cardiospermum halicacabum, rampicante tropicale appartenente alla famiglia delle Saponifere, molto diffuse in India, Sud America ed Africa, dove vengono usate per lavare” prosegue Del Buono. Il nome di questa famiglia di piante deriva infatti dalla caratteristica dei frutti, che messi in acqua formano schiuma, perché contengono una saponina. La pianta ha piccoli fiori bianchi e semi grandi come grani di pepe marrone scuro, con un cuore bianco (Cardiospermum); la denominazione halicacabum si riferisce alla forma dei frutti e proviene dal greco (significa “barile di sale”). L’estratto della pianta ha proprietà antinfiammatorie, antiallergiche e lenitive del prurito. Riduce i mediatori infiammatori cutanei, con un effetto simil-cortisonico molto apprezzato nel trattamento di eczemi da contatto, essudativi, miliaria ed eritemi solari.
“Merita infine attenzione anche l’Echinacea, nota agli indiani che la utilizzavano per la cura di piaghe e ferite, incluse quelle provocate dal morso di serpenti” aggiunge Del Buono. “La specie più popolare, per le sue proprietà salutari, è la angustifolia, che deve il nome alle foglie molto piccole. Essa possiede una notevole azione cicatrizzante a livello cutaneo e favorente la rigenerazione dei tessuti, dovuta soprattutto all’inibizione dell’enzima jaluronidasi, che attacca e distrugge gli acidi jaluronici indispensabili per garantire l’elasticità dei tessuti (l’inibizione della jaluronidasi sembra ridurre la diffusione nell’organismo degli agenti infettivi). Ciò assicura la stabilità degli acidi jaluronici, con notevole attività protettiva sui tessuti”. La pianta svolge anche attività antibatterica grazie alle poliine, che presentano una notevole capacità batteriostatica.
IMO Complesso D associa queste tre piante sfruttandole sinergicamente per il trattamento di svariate alterazioni cutanee, dalle macerazioni da sudore agli arrossamenti, dal contatto con sostanze irritanti/urticanti agli eritemi solari. Un vero toccasana per ogni tipo di pelle, in particolare per quella dei bambini, che in estate paga il tributo più alto in termini di eruzioni e sovrainfezioni.

(Fonte www.benesseresalute.net)

La Tanoressia: quando l’Abbronzatura diventa Ossessione

La tanoressia è una “moderna ossessione” o se vogliamo una vera e propria malattia psichica che colpisce chi, guardando la propria carnagione, non la vede scura a sufficienza.

Il termine deriva dalla lingua inglese ed è stato coniato dai ricercatori dell’Università del Texas, che hanno effettuato studi sulla dipendenza dal sole (che sta prendendo sempre più piede in America).
Il termine Tanoressia è composto dalla parola “tan” che significa e da “anoressia”.

E’ infatti paragonabile all’anoressia: così come gli anoressici non si vedono abbastanza magri, i tanoressici non si considerano mai abbastanza abbronzati e sono alla costante ricerca di un colorito bruno.

La causa è spesso la scarsa sicurezza in sè stessi, la mancata accettazione della propria immagine ed addirittura autolesionismo.

Chi ne è affetto non si interessa delle avvertenze dei medici, resta al sole per ore restando ben lontano dall’ombra, preferisce non spalmare creme protettive quando si espone al sole o alle , dato che l’abbronzatura è un obiettivo da raggiungere a tutti i costi, anche a discapito della salute
(Fonte www.yourself.it)

Bassi livelli di Vitamina D? Tutti al Sole

Vitamina D, sole, osteoporosi: tre parole molto connesse tra di loro ed in auge in questo particolare periodo dell’anno. Per completare il cerchio io aggiungerei: carenza di vitamina D (nelle donne soprattutto) porta a problemi alle ossa, quindi osteoporosi.

Il rimedio? Abbronzarsi ed esporsi di più ai raggi del sole. La vitamina D, infatti, aiuta a fissare meglio il calcio nelle ossa, problema molto più presente nelle donne che negli uomini, soprattutto dopo e durante il periodo della menopausa.

Bassi livelli di vitamina D non fanno male solo alle ossa, però: possono dare disfunzioni a livello muscolare ed aumentare il rischio di fratture ed altri problemi di salute. E la maggiore esposizione al sole è l’unico rimedio, perchè la vitamina D negli alimenti (carni e pesci grassi) rappresenta solo il 10% del nostro fabbisogno.

Il tutto è stato ampiamente studiato da un biochimico della London Clinic, il quale consiglia un’esposizione giornaliera di viso ed arti di almeno 20 minuti, tre volte alla settimana, e senza protezione solare in questo periodo dell’anno in cui ancora si può, senza incorrere nei pericoli di cancro alla pelle. (fonte www.benessereblog.it)

La ricetta magica della Longevità

La medicina del XXI secolo si concentrerà a pilotare il processo di invecchiamento per renderlo il meno faticoso possibile, prolungare la fase di salute, cercando di abbinare longevità e qualità della vita.
Un buon modo per comprendere meglio cosa incide sulla durata e la qualità della vita è quello di studiare gli ultracentenari; la popolazione di Okinawa è un esempio di longevità e salute, recentemente sottoposti a studi, ne è emerso che” la causa di questa longevità sia da ricercare in una particolare interazione tra predisposizione genetiche e stili di vita.

Nella ricetta magica dell’elisir di lunga vita, di pololazioni ultrcentenarie, sono presenti ingredienti sorprendenti:

1.Movimento:

L’uomo è fatto per stare in movimento, ma con moderazione, non forzando oltre i propri limiti, a lungo andare porta un logorio eccessivo di muscoli, articolazioni e tendini.

Il giusto movimento, come una camminata a passo sostenuto, un giro in bici, o seguire un programma fitness tarato sulle proprie esigenze, è la miglior cosa da fare con regolarità tutti i giorni. Attività fisica vuol dire anche occuparsi del giardino, fare i lavori di casa, ecc, l’importante è di non farsi mai sopraffare dalla sedentarietà.

2.Socialità:

Molto importante per invecchiare bene è il rapportarsi con gli altri, scambiare idee, circondarsi di persone positive che amano la vita, che consentano dei rapporti socialmente utili ed appaganti., dove sentirsi sicuri, protetti, ma anche con un ruolo attivo.

3.Sole:

Di fondamentale importanza è stare alla’aria aperta, poter godere giornalmente della luce del sole, prezioso per fissare la vitamina D, dalle proprietà protettive.

4.Cibo giusto:

Dare prevalenza nella dieta a cibi di origine vegetale, riducendo cibi animali.

Mangiare meno, mantenendo un equilibrio tra peso corporeo, necessità energetiche( secondo dell’attività che si svolge) e cibo ingerito e solo di ottima qualità.

Gli alimenti che aiutano ad invecchiare bene e in salute sono:

  • Cereali integrali
  • Verdura a foglia verde e crucifere( cavoli, cavolfiore, verze ecc)
  • Legumi
  • Noci e mandorle, datteri
  • Olio di oliva extravergine
  • Pesce, come sgombro, merluzzo e alici ricco di omega 3
  • Carne bianca, pollo coniglio e agnello
  • uova

Ridurre

  • Carni rosse
  • Latticini

Eliminare

  • Zucchero e farine bianche
  • Grassi idrogenati

“Ridurre le calorie introdotte e aumentare i nutrienti, è il modo migliore per aumentare la longevità e prevenire le malattie degenerative della vecchiaia. (fonte www.alimentazione-benessere.it)

Cibi che possono Ridurre gli Stati Depressivi

Stress causato da carichi di lavoro pesanti può favorire l’insorgere della depressione.
Di conseguenza ci si sente tristi, spesso stanchi a causa anche dei disturbi del sonno.

Si può superare la depressione con l’uso di farmaci, con la psicoterapia ma anche in maniera più sana aumentando i nutrienti del cervello.

Ecco 5 alimenti che possono ridurre la depressione secondo NaturalNews:

L’olio di pesce
Sulla base di uno studio del 2002, presentato all’Archives of General psichiatry, si suggerisce che le persone depresse spesso siano carenti di alcuni acidi grassi noti come EPA fondamentali per l’organismo.
L’olio di pesce è ricco di acidi grassi omega-3 che possono aumentare gli Epa nel corpo. Non li troviamo solo nelle noci ma anche nei semi di lino, nel salmone o nel tonno.

Il riso integrale
Il riso integrale è ricco di vitamina B1, vitamina B3, e acido folico. Contiene molti minerali necessari al corpo, è ricco di fibre che migliorano la peristalsi intestinali e abbassa il colesterolo.

Lievito
Il lievito contiene vitamine B1, B2, B3, 16 aminoacidi e 14 minerali. Gli aminoacidi sono essenziali per il sistema nervoso.

Farina d’avena
La farina d’avena contiene acido folico, acido pantotenico e la vitamina B6 e B1, che può aiutare a ridurre il colesterolo, lenire e controllare lo stato d’animo del tratto digestivo.

Il cavolo
Il cavolo contiene vitamina C e acido folico. Mangiare cavolo può prevenire lo stress, infezioni e malattie cardiache, così come molti tipi di cancro, secondo l’American Association for Cancer Research.

Fare movimento la mattina con il sole
Il sole del mattino è un potente farmaco per curare la depressione

Impegnarsi in un regolare esercizio fisico almeno tre volte la settimana
Fare sport aiuta il controllo dell’umore e del pensiero in modo positivo

Guardare uno spettacolo comico
Ridere per uno spettacolo divertente è una buona medicina per la depressione. (fonte oknotizie.virgilio.it)

Sole, alleato della Salute, della Pelle e dell’Umore

Dopo la neve, la pioggia, il freddo e il grigiore del “colpo di coda” di questo inverno, il più gelido degli ultimi anni, le temperature sembrano aver preso nuova “vita”, imboccando una “strada” tutta nuova, al rialzo. Le giornate cominciano ad allungarsi, il cielo è più terso e i raggi del sole“baciano” la pelle: è proprio lui, il sole, demonizzato e additato troppo spesso, che, se sfruttato nel modo giusto, può garantire il pieno di benefici all’organismo.

Si chiama, molto banalmente, elioterapia, cioè la fototerapia più classica, quella che si basa sulla esposizione ai raggi solari.
I bagni di sole, con le giuste precauzioni, come la crema con fattore protettivo adatto al proprio tipo di pelle, sono un vero toccasana per la salute.  Il sole infatti, è un valido alleato per combattere germi e microrganismi, grazie alle proprietà antisettiche, antimicrobiche e antibatteriche dei suoi raggi.  I suoi raggi, dosati con cura, svolgono sulla pelle un’azione anti-seborroica, utile per contrastare la produzione e l’accumulo di liquidi e materia in eccesso. Attenzione, però, se il sole aiuta le pelli normali, può peggiorare la situazione in presenza di situazioni particolari, come l’acne. Come fiori e piante, anche gli esseri umani si nutrono dei raggi del sole. La luce solare favorisce la crescita: gli ultravioletti stimolano efficacemente la produzione di vitamina D, responsabile di fissare il calcio nelle ossa.

Alleata delle ossa e dello scheletro, la luce solare è anche un vero alleato contro gli stati depressivi. Secondo numerosi studio, l’effetto antidepressivo dei raggi solari sarebbe legato alla loro capacità di stimolare la produzione di serotonina cerebrale, un neuromediatore dotato di un’azione antidepressiva a livello centrale. (fonte www.tantasalute.it)

L’esposizione al Sole aiuta a prevenire il Diabete

Anche esporsi al sole può aiutare a prevenire il diabete, una malattia del sistema metabolico che sta sempre più diffondendosi, al pari dell’obesità e delle patologie ad essa collegate, creando un vero allarme sanitario a livello globale. Ma le persone a rischio di ammalarsi di diabete, perché magari vi sono già altri casi in famiglia, possono prevenire l’insorgenza dei primi sintomi seguendo uno stile di vita salutare, di cui il sole è parte integrante. Unitamente, infatti, ad una alimentazione corretta, povera di zuccheri semplici e grassi, e ad una vita non eccessivamente sedentaria, anche una regolare esposizione ai raggi benefici del sole, soprattutto in estate, è di giovamento.
E’ tutto merito della vitamina D, che per essere assorbita dal nostro organismo necessita proprio del sole, che ne permette la sintesi. I ricercatori del Melbourne Pathology (Australia), hanno effettuato una ricerca coinvolgendo 2500 persone di cui hanno analizzato campioni ematici. Ebbene, da questi test è emerso che per valori di vitamina D superiori di 25 nanomoli, il pericolo di sviluppare il diabete scendeva del 24%.
 
Tanto per farvi un’idea, una persona si definisce carente di vitamina D quando nel suo sangue sono presenti meno di 50 nanomoli per litro. Questa ricerca, che dimostra l’importanza della vitamina D nella prevenzione del diabete, è importante perché associa alla battaglia contro questa patologia davvero insidiosa, una dieta corretta alla… “tintarella”!
 
Sì, alla fine, prendere il sole nella bella stagione, se magari per noi è indirizzata soprattutto all’abbronzatura, in realtà è salutare sia per le ossa che per prevenire il diabete, non male! Mi raccomando però, con le dovute precauzioni. La ricerca australiana è stata riportata dal Daily Mail. (fonte salute.pourfemme.it)

Dimagrire alleandosi con il Sole

È facile: basta combinare i cibi giusti e l’energia del sole.

Non è solo un effetto ottico: un corpo abbronzato appare più sodo, più tornito, in certi casi addirittura più magro. Il merito è dell’efficacia “riducente” dei raggi solari, che aiutano davvero a riattivare il metabolismo e a sciogliere i depositi di adipe localizzato. Ma per trasformare il calore del sole in un alleato snellente è necessario utilizzare in sinergia i cibi che agiscono contemporaneamente come antiossidanti, snellenti e rassodanti. La frutta colorata abbronza e “asciuga” Prima di tutto, ecco qualche regola dietetica. Sotto il sole vanno evitati gli alcolici, il sale e lo zucchero, che riempiono i tessuti di radicali liberi, mentre per ripristinare i sali persi attraverso la sudorazione bisogna bere almeno 2 litri di acqua al giorno: una pelle idratata rimane colorata più a lungo e non si squama e, in più, i liquidi migliorano l’assorbimento del betacarotene, il pigmento che stimola la formazione di melanina. Ne sono ricchi frutta e ortaggi di color giallo-arancio e verde (da gustare rigorosamente crudi, con olio d’oliva se si tratta di verdure, e succo di limo per la frutta), come albicocche, pesche, papaia, nespole, melone, kiwi, avocado, ma anche rucola, tarassaco, spinaci, peperoni, carote e soprattutto i pomodori, che sono una miniera di licopene, un autoabbronzante e un tonico metabolico naturale di grande efficacia. Sempre a tavola, tra le proteine vanno preferite quelle vegetali, presenti nei legumi, nella soia e nell’olio di girasole, da alternare a sarde, tonno, merluzzo (rigorosamente al forno o in carpaccio), che forniscono i preziosi acidi grassi Omega 3 e 6, dall’azione protettiva a livello cutaneo e stimolante a livello intestinale. (fonte /www.riza.it)