Archivi del mese: dicembre 2011

Contro l’Influenza l’Immuno-Nutrizione

Il grande freddo è oramai arrivato. Qual è il segreto per non ammalarsi?… L’immuno-nutrizione! Si tratta di una dieta studiata ad hoc a base di alimenti “scaccia influenza” come tonno, salmone, agrumi, ricchi di omega 3, zinco, vitamina C e altre sostanze utili a rafforzare il sistema immunitario.

L’importanza dell’alimentazione è spesso sottostimata, eppure esercita una notevole influenza sul nostro organismo. Ci sono alimenti, infatti, particolarmente utili per prevenire le malattie da raffreddamento in grado di rinforzare le difese immunitarie. Come spiega la dottoressa Stefania Giambartolomei, gastroenterologo e medico nutrizionista della Sisa (Società italiana di scienza dell’alimentazione):

Inizialmente si sono individuati alimenti e nutrienti che stimolassero le difese immunitarie nei pazienti durante il decorso post operatorio. Poi, vista la validità di un supporto nutrizionale idoneo per stimolare le difese immunitarie, si sono messe a punto diete arricchite con nutrienti dotati di azione immunomodulante ed antinfiammatoria.

Alimenti per combattere l’influenza

Tra gli alimenti di punta dell’immuno-nutrizione il primo posto spetta a quelli ricchi di acidi grassi omega 3. Gli omega 3 sono essenziali per l’organismo, che non è in grado di sintetizzarli in maniera autonoma e necessita di un apporto attraverso l’alimentazione. Tali acidi sono indispensabili per la formazione delle membrane cellulari, per il trasferimento dell’ossigeno dall’aria al sangue e per il corretto equilibrio ormonale. Inoltre, gli omega 3 aiutano a prevenire le malattie cardiovascolarie a difendere il cervello dai disturbi da deficit di attenzione.

Anche gli alimenti ricchi di zinco contribuiscono a tenere lontana l’influenza, nei cereali, nei funghi e nelle noci. Lo zinco è un metallo prezioso per il nostro organismo, poiché è presente in tutti i tessuti e assolve a svariate funzioni, come l’assorbimento delle vitamine, regola la digestione e il metabolismo, ed è importante nella sintesi del DNA. Questo minerale fondamentale aiuta a combattere gli effetti negativi dei radicali liberi e i processi di invecchiamento cellulare, e a stimolare il sistema immunitario.

Da non dimenticare gli alimenti ricchi di resveratrolo, una molecola di origine vegetale presente nella buccia dell’acino d’uva, nei pinoli, nelle bacche e negli anacardi. Il resveratrolo ha numerose proprietà benefiche. Innanzitutto ha un’azione antinfiammatoria e antiossidante; ha un’azione protettiva contro le patologie cardiovascolari e rallenta le malattie tumorali; abbassa la quantità di colesterolo presente nel sangue e è importante per la pelle, poiché stimolando la produzione di collagene, restituisce tono e lucidità alla cute e contrasta i segni dell’invecchiamento.

La frutta, in particolar modo gli agrumi, e gli ortaggi a foglia verde non potevano di certo mancare all’appello. Le arance, i mandarini e i pompelmi, infatti, sono ricchi di vitamina C, contribuiscono a ritardare l’invecchiamento rinforzando il sistema immunitario e contrastando l’effetto dei radicali liberi, e aiutano a prevenire raffreddori e tosse. Gli ortaggi a foglia verde sono una vera miniera di vitamine, dagli spinaci alle verze. Sono ricchi, infatti, di vitamina A, vitamina C, vitamina E, vitamina K e vitamina B5.

Tutti questi ortaggi, inoltre, sono ricchissimi di ferro e di acido folico, indispensabile per il buon funzionamento dell’organismo, soprattutto in regimi ipocalorici e in gravidanza. A tutte queste proprietà si aggiungono senz’altro doti dietetiche, poiché tutti gli ortaggi a foglia verde contengono circa il 90% d’acqua. Consumate sia crude che cotte, queste verdure sono alleate indispensabili nel buon mantenimento di una dieta, in quanto anche consumate in abbondanza non hanno nessun effetto ingrassante. Infine, non tutti sanno che gli ortaggi a foglia verde contengono degli enzimi che hanno sull’organismo un’azione rilassante e sedativa. (fonte www.dietaland.com)

I Cibi Invernali amici della Linea e della Salute

L’inverno è sinonimo di freddo, grigiore e a volte anche neve, tutti fattori che nella maggior parte delle persone provocano tristezza e stanchezza; proprio per contrastare questi stati d’animo bisogna puntare su cibi energetici, in grado di ridarci vigore e, perché no, anche di riscaldarci. Per alimenti energetici non si intendono solo quelli che contengono molte calorie: ci sono anche molti cibi in grado di coniugare efficienza, linea e anche gusto.

Cereali e legumi

I cereali e i legumi sono da sempre alla base dell’alimentazione invernale e in diverse tradizioni culinarie; tra i legumi, al primo posto di quelli che vengono consumati di più in questo periodo ci sono le lenticchie, grazie alla credenza che le lega alla fortuna e all’arrivo dei soldi. Leggende popolari a parte, le lenticchie possiedono un alto valore nutritivo: 100 grammi di questi legumi contengono 116 calorie, solo 0,38 g. di grassi, ma ben 20,13 g. di carboidrati e 9,02 g. di proteine, oltre ad essere ricche di ferro, potassio, fosforo e vitamine del gruppo B.

Per quanto riguarda i cereali, i migliori come cibi invernali nutrienti ed energetici sono il grano saraceno e l’avena; il grano saraceno è ricco di minerali e di vitamine; è anche piuttosto calorico, ma possiede un alto potere saziante e, soprattutto riscaldante, ideale quindi per la stagione invernale. Anche l’avena è l’ideale per l’inverno: pur essendo abbastanza calorica, è ricca di vitamine del gruppo B, di proteine e di minerali.

FRUTTA

La frutta non va mangiata solo in estate: anche l’inverno è ricco di frutti dalle tante proprietà benefiche, primi fra tutti gli agrumi, come arance, mandarini, mandaranci e pompelmi, ma anche mele, mele cotogne, pere, frutta secca e kiwi.

Verdura

La verdura  sempre importante, d’estate come d’inverno; sfruttiamo le proprietà della verdura invernale per fare il pieno d’energia e anche per depurarsi, come ad esempio i carciofi, dall’importante azione diuretica, depurativa e antiossidante, e i cavolfiori, ricchi di minerali e di vitamine e anch’essi dalle proprietà depurative, antinfiammatorie e antibatteriche. (fonte www.dietaland.com)

I Fagioli riducono il rischio di malattie Croniche

Quando penso ai legumi mi vengono subito in mente le padelle di fagioli che ingurgitavano Bud Spencer e Terence Hill negli spaghetti western, e le mitiche scene di “Lo chiamavano Trinità”, film del 1970. I classici fagioli con il sugo… il solo pensarci mi fa venire l’acquolina in bocca.

I fagioli hanno molte qualità, e se danno l’energia per tutte quelle scazzottate fanno senza dubbio bene: sono nutrienti, ricchi di vitamine A, B, C, ed E, contengono sali minerali e oligominerali, come potassio, ferro, calcio, zinco e fosforo. I fagioli sono ricchi di fibre, e di lecitina che favorisce l’emulsione dei grassi, evitandone l’accumulo nel sangue e riducendo di conseguenza il livello di colesterolo.

Il Professor Maurice Bennink, della Michigan State University, afferma che mangiare fagioli può migliorare l’alimentazione scorretta e ridurre il rischio di malattie croniche: “Le malattie croniche (alcuni tipi di cancro, diabete di tipo II, malattie cardiache e altre malattie del sistema sanguigno), sono le più comuni cause di morte nei paesi industrializzati, e di solito impiegano molti anni (dai 10 ai 30 anni) a svilupparsi”.

Ma non contengono molti carboidrati? I fagioli contengono carboidrati, ma sono anche una grande fonte di proteine. Inoltre, il loro contenuto di carboidrati non deve essere confuso con i carboidrati cattivi come lo zucchero da tavola, i biscotti o il pane bianco. Tali alimenti vengono collegati solitamente all’obesità, alle malattie cardiache, al diabete e ad altre malattie croniche.

L’eccessivo livello di glucosio nel sangue e l’ipoglicemia sono due problemi principali che derivano da un’alimentazione scorretta. I fagioli possono aiutare perchè hanno un basso indice glicemico. Unico neo le emissione gassose che provocano: come fare per la sgradevole flatulenza? Basta aggiungere al piatto di fagioli un cucchiaino di zenzero macinato, una spezia che aiuta a limitare le flatulenze indotte dai fagioli. (fonte www.benessereblog.it)

Le Proprieta’ Antiossidanti naturali delle Prugne

Anche le prugne possono essere annoverate tra gli alimenti più ricchi di antiossidanti naturali che, come sappiamo, aiutano nella lotta ai radicali liberi e all’invecchiamento precoce, non solo della pelle, ma di tutto l’organismo.

Le prugne sono proprio tra i frutti più antiossidanti (contengono ben 6.259 Orac, l’unità di misura degli antiossidanti, per 100 grammi di prodotto), seconde solo ai mirtilli (che contengono 6.552 Orac per 100 grammi). A seguire, le fragole, con 3.577 Orac, poi i fichi con 3.200 Orac per 100 grammi di prodotto.

Più in basso troviamo le pesche e le albicocche, che si attestano più o meno sui 1000 Orac per 100 grammi. (fonte www.freshplaza.it)

Le migliori Verdure Disintossicanti di Stagione

L’insalata depura l’organismo, ha un potere saziante con un apporto calorico estremamente limitato. Non solo lattughe e verze da mettere nel piatto, ma anche carote, ravanelli e finocchi hanno minerali, vitamine e fibre indispensabili per depurare l’organismo proprio in questo periodo dell’anno che precede le grandi abbuffate delle Feste. Qui di seguito una mini-guida per scegliere le qualità migliori di insalate di questo periodo e il condimento più gustoso da abbinare.

La lattuga dalle proprietà lenitive
Romana, cappuccio, rossa, iceberg. Questa insalata contiene lattucario, una sostanza dalle proprietà sedative e leggermente analgesiche tanto che nell’antichità veniva prescritta per lenire i dolori. E’ ricca di fibre, vitamina A e potassio. Le calorie? Pochissime: circa 20 per 100 grammi.

Le cicorie, le più versatili
A questa famiglia appartengono i radicchi e le indivie, come scarola, riccia, belga. Alcune di queste non amano il fuoco – come il cicorino e il radicchio di Chioggia – le altre invece si possono lessare. Le proprietà? Sono ricche di vitamina A e di sali minerali quali il calcio, il potassio ecc. Il sapore amarognolo di alcune si deve all’acido cicorico o dicaffeitartarico (composto della caffeina). La calorie per 100 grammi? Minime: da 10 a 20, escluso il condimento.

Finocchio, il meno calorico
Si distingue in finocchio maschio (panciuto e rotondo), buono da mangiare crudo, e finocchio femmina (di forma allungata) da preferire per la cottura. Ha solo 9 calorie e grande potere saziante grazie al contenuto di fibre. Aggiunto alle altre insalate, ne arricchisce il gusto.

Carote, ricca di fibre
La carota è uno “spezzafame” ideale, con sole 35 calorie per 100 grammi di prodotto. Contiene vitamina A e betacarotene, che svolgono un’azione antiossidante contro i radicali liberi. Arricchisce le insalate con il suo sapore dolciastro e il colore arancio vivo.

I condimenti migliori
Olio e aceto: è il condimento per antonomasia di ogni tipo di insalata. Un cucchiaino apporta 45 calorie circa. Se lo gradite, potete aggiungere una spruzzata di limone al posto dell’aceto. La vinagrette: mettete in una ciotola una presa di sale, olio, aceto e un cucchiaio di senape di Digione (solo 10 calorie in 100 g). Lo yogurt: è un’alternativa all’olio. Utilizzate quello magro e insaporitelo con erba cipollina, menta, prezzemolo, o con un pizzico di paprika o di curry, se vi piacciono le spezie. (fonte www.freshplaza.it)

Proteggere i Denti e conservare un sorriso smagliante con l’Alimentazione

Un sorriso che incanta è davvero difficile da trovare. Sono numerose, infatti, le persone con i denti ingialliti o macchiati, magari perché fumano, osservano una scarsa igiene orale o semplicemente non fanno attenzione a quello che mangiano. L’alimentazione, infatti, è molto importante anche nella tutela della salute della bocca. Esistono dei cibi che aiutano a mantenere i denti più bianchi. Ma quali sono e in che modo agiscono?

 

I cibi che sbiancano i denti

Tra gli alimenti che aiutano lo splendore della dentatura, ci sono la frutta, la verdura e i latticini. Ovviamente, non tutto, ma quei prodotti vegetali croccanti, come le mele, il sedano o il cavolfiore. Sono di pasta bianca, quindi non tingono e inoltre favoriscono la salivazione, che difende dagli acidi che danneggiano lo smalto. Ma c’è di più. La masticazione aiuta la pulizia dei denti.  

I cibi che macchiano o danneggiano i denti

Questa categoria è decisamente più conosciuta. In linea di massima a macchiare i denti sono le sostanze colorate, quindi quelle scure, che tendono al marrone, al rosso o al viola, ricche di zuccheri o con l’aggiunta di coloranti artificiali (per esempio le bibite gassate). Che cosa dunque evitare? Tutti i prodotti che contengono caffè o tè, ma anche il vino. Ricordiamo poi che il danno maggiore è fatto dal tabacco, sia assunto tramite sigaretta sia con quello da masticare. L’unico accorgimento che si può prendere, oltre a smettere o a limitare, è lavarsi spessissimo i denti. Infine, bisogna stare attenti anche ai farmaci: l’uso prolungato di alcuni prodotti può arrecare gravi danni, difficili da eliminare anche con l’aiuto del dentista. (fonte www.dietaland.com)

Il Guaranà: Benefici e Controindicazioni

Il Guaranà è una pianta rampicante spontanea e sempreverde della foresta amazzonica meridionale, allo stato naturale può raggiungere anche i dodici metri di altezza, nelle coltivazioni industriali è mantenuto sotto forma di piccolo arbusto alto non più di due o tre metri. I semi del Guaranà sono ricchi di caffeina, sostanza che, all’atto pratico, è la vera responsabile delle proprietà, largamente sfruttate in campo erboristico. Come qualsiasi altro rimedio naturale, anche il Guaranà ha proprietà curative ma anche controindicazioni, che vanno valutate attentamente.

Le proprietà del Guaranà

  • Ha un’attività tonico-stimolante che lo rende adatto negli stati di affaticamento sia fisico che psichico, durante la stagione calda e durante le convalescenze;
  • aumenta la pressione, effetto utile per chi soffre di ipotensione;
  • aumenta il metabolismo e favorisce la combustione dei grassi, per cui aiuta a perdere peso, se associato ad un regime alimentare controllato e bilanciato utile a ridurre gli inestetismi della cellulite;
  • ha un’azione diuretica e, in quanto tale, aiuta ad eliminare dall’organismo i liquidi in eccesso;
  • ha proprietà astringenti (dovute alla presenza di tannini), utili nel trattamento di dissenterie e di infezioni intestinali;
  • è un blando antinevralgico, impiegato nel trattamento dell’emicrania.

Nelle compresse e nelle capsule in commercio il Guaranàsi trova spesso in associazione con altre sostanze fitoterapiche con azione sinergica, quali ad esempio Ginseng e Ginkgo Biloba, che ne esaltano le proprietà tonico-stimolanti.

Le controindicazioni del Guaranà

Il Guaranà a dosi elevate può provocare agitazione, irritabilità ed insonnia ed è pertanto da evitare la sua assunzione nelle ore serali ed è tassativo non abusarne. Può interferire con alcuni farmaci, in alcuni casi potenziandone, in altri riducendo gli effetti. Durante la gravidanza e l’allattamento, l’assunzione è indicata solo se espressamente consigliato dal medico. È controindicato in particolare nei soggetti che soffrono di:

  • ulcere gastro-duodenali, perché stimola la secrezione acida a livello gastrico
  • ipertensione, tachicardia e patologie cardiache
  • asma
  • patologie renali
  • diabete
  • epilessia
  • patologie tiroidee

È comunque buona norma chiedere il parere del proprio medico o farmacista prima di iniziare l’assunzione, soprattutto se si soffre di patologie e in caso di terapie mediche in atto.

Una precisazione

La caffeina viene in generale ben assorbita per via orale, anche piuttosto velocemente se assunta ad esempio attraverso una tazzina di caffè. I semi di Guaranà contengono invece sostanze (come i tannini) che rallentano l’assorbimento della caffeina: i suoi effetti benefici durano più a lungo e gli effetti collaterali sono più blandi. (fonte www.mondobenessereblog.com)

Come combattere la Colite….con il Mirtillo Nero

(Andrea Busalacchi) I mirtilli (Vaccinium Myrtillus) sono piccoli frutti spontanei che per lo più maturano nel periodo estivo. E’ un arbusto tipico della zona euro-asiatica, che cresce generalmente tra i 900 e i 1500 metri di altezza, in terreni montani silicei. Fin dal I secolo d.c., Dioscoride (medico-farmacista greco, che esercitava ai tempi di Nerone) ne consigliava l’uso nei casi di dissenteria, e in alcuni paesi come l’Irlanda e la Scozia, ancora oggi, si celebra la “domenica del mirtillo”, un’intera giornata dedicata alla raccolta e all’uso in cucina di questo frutto.  

Pur riconoscendone tre diverse specie (nero, rosso e blu) è il mirtillo nero (il suo colore è dovuto alla presenza di antociani che sono dei pigmenti blu che proteggono la pianta dai radicali liberi e dai raggi ultravioletti, quando la produzione di clorofilla non è ancora iniziata) quello a cui vengono riconosciuti il maggior numero di proprietà benefiche per il nostro organismo.

 I ricercatori dell’università di Zurigo, servendosi del mirtillo e dei suoi estratti, hanno effettuato il loro studio su animali (topi) che sono stati esposti a destrano sodio solfato, una sostanza chimica in grado di indurre l’infiammazione del colon con conseguente colite. Successivamente gli animali sono stati divisi in tre gruppi: ad un primo gruppo è stata somministrata una dieta integrata con il 20% di mirtilli essiccati, ad un secondo gruppo una dieta integrata con l’1% di antociani ed un terzo gruppo ha seguito una dieta integrata con una quantità di antociani parli al 10%. Secondo i risultati del test, tutti e tre i gruppi hanno mostrato una diminuzione dell’infiammazione a livello intestinale e in particolar modo il gruppo integrato con i mirtilli secchi ha mostrato una diminuzione della secrezione di composti pro-infiammatori (soprattutto interferone gamma IFN-y) ed una marcata riduzione della gravità della colite. Questi promettenti risultati, che hanno mostrato negli animali, una riduzione della malattia, giustificherebbero un futuro studio clinico in pazienti con malattia cronica intestinale. Inoltre vorrei ricordare che il mirtillo è spesso pubblicizzato come il “cibo perfetto” per il suo alto contenuto di vitamina C (il tasso di questa sostanza nei mirtilli è fra il più alto presente in natura) , contenuto che non viene alterato con la disidratazione; quindi via libera al consumo di mirtilli neri disidratati, ove non sia possibile consumarli freschi. (fonte www.siciliainformazioni.com)

Consumatori di Succo di Amarene e Ciliegie mostrano benefici legati al Sonno

Gli americani in cerca di una buona notte di sonno potrebbero trovare sollievo nel succo di amarene e ciliegie, secondo un nuovo studio nell’European Journal of Nutrition. Una squadra internazionale di ricercatori ha scoperto che quando un individuo adulto beve due bicchieri al giorno di succo di amarenee ciliegie, può guadagnare una media di 39 minuti di sonno in più e avere un aumento fino al 6% della capacità complessiva di sonno (il tempo impiegato per addormentarsi diminuisce significativamente), rispetto a quando si beve una qualsiasi altra bevanda di frutta.

In uno studio condotto alla Northumbria University, venti adulti sani hanno bevuto due porzioni di succo di amarene concentrato (30 ml di succo concentrato di amarene di Montmorency puro al 100% per porzione, diluito in circa 300 ml di acqua, fornito da CherryActive, Sunbury, Regno Unito) oppure una bevanda di frutta diversa per sette giorni consecutivi alla volta – una porzione al risveglio e un’altra prima di andare a dormire.

I ricercatori hanno analizzato le abitudini dei partecipanti nell’addormentarsi, e hanno scoperto che, dopo aver bevuto il succo di amarene, vi erano miglioramenti significativi nei comportamenti legati al sonno. In particolare periodi di sonno più lunghi, meno sonnellini durante la giornata e una capacità generale di sonno maggiore (il rapporto tra il tempo passato nel letto senza dormire e tempo di sonno effettivo), in confronto a quando avevano bevuto il succo di altri frutti.

I ricercatori hanno attribuito i benefici alla melatonina presente nei frutti rossi: un potente antiossidante, determinante nella regolazione del ciclo sonno–veglia. Ogni porzione del succo di amarene concentrato conteneva l’equivalente di 90-100 amarene, fornendo un livello significativo di melatonina nel succo e quindi nell’organismo dei partecipanti.

Secondo i centri di controllo e prevenzione per le malattie (Centers for Disease Control and Prevention), ricerche precedenti hanno confermato i benefici delle amarene nella regolazione del sonno; beneficio che potenzialmente avrebbe un’applicazione ad ampio raggio, visto che quasi un terzo degli americani soffre di disturbi del sonno che vanno a compromettere salute e benessere.

Al giorno d’oggi, i cittadini americani spendono ogni anno più di 84 milioni di dollari per farmaci da banco contro insonnia e problemi legati al sonno, rinunciando a cercare metodi migliori per trattare la loro condizione. E’ necessario che la ricerca vada avanti prima che venga riconosciuto a livello medico professionistico l’utilizzo delle amarene come unico trattamento contro i disturbi del sonno, ma gli scienziati concordano nel dire che il succo di amarena concentrato potrebbe essere un valido “intervento aggiuntivo contro i disturbi del sonno per un consistente numero di situazioni. (fonte www.freshplaza.it)

I Dolori Articolari si curano a Tavola

Sono molto le persone che con i primi freddi, soprattutto dopo i trent’anni soffrono di dolori articolari, dovuti per lo più a strati infiammatori che colpiscono le articolazioni. Lo scheletro comprende articolazioni immobili e mobili, queste ultime possono essere interessato da alcune malattie (artriti e artrosi), che causano dolori. Le infiammazioni delle articolazioni, anche quando non sono da considerarsi vere e proprie malattie, sono dovuto alla liberazione delle prostaglandine, le quali provocano il gonfiore dei tessuti con conseguente dolore.

Per alleviare i dolori articolari sono particolarmente indicati gli alimenti ad alto consenuto di Omega 3, vale a dire pesci come salmone e tonno, ma anche semi di lino, noci e alghe, e semi di Chia. Sono utili inoltre gli ortaggi molto colorati, noti per contribuire a ridurre l’infiammazione e il dolore a livello dei muscoli e delle articolazioni. Tra questi le banane, le mele, i meloni d’inverno, la melagrana, i fichi d’india, la zucca, le carote, il cavolo rosso o i broccoli. Tali almenti sono fonti di flavonoidi antiossidanti, ma anche di vitamine e minerali che possiedono un’azione anti radicali liberi.

Occorre però ricordare che ci sono alcuni alimenti che possono causare un aumento del dolore e dell’infiammazione. Articolazioni, tendini e legamenti sono fatti prevalentemente di collagene e i cibi che mangiamo ogni giorno possono contribuire a ricostruire o a distruggere le cartilagini: gli alimenti ricchi di zuccheri semplici (dolci, pasta, pane e cereali in generi privati della crusca, patate fritte, bibite) aumentano il dolore e l’infiammazione proprio perchè distruggono questo importante tessuto.

Lo stato infiammatorio che può causare dolori articolari in alcuni casi potrebbe essere correlato alla presenza di allergie ritardate alimentari (note come intolleranze alimentari). Ciò significa, per esempio, che persone con un’intolleranza al latte che tutti i giorni prendono un cappuccino a colazione possono soffrire di articolazioni dolenti, gonfie e tumefatte. (fonte /www.mondobenessereblog.com)