Archivi del giorno: giugno 19, 2012

Le Verdure Aiutano le malate di Cancro al Seno

verdure aiutano malate cancro al senoUno studio recente ha suggerito che le donne affette da cancro al seno hanno una migliore possibilità di sopravvivenza se consumano verdure verdi.
Secondo lo studio, effettuato in Cina, c’è infatti un legame tra il consumo di crucifere come bietole, cavoli e broccoli, e i minori tassi di mortalità per il cancro al seno.I ricercatori hanno osservato per quasi cinque anni un totale di circa 5.000 donne cui era stato diagnosticato un cancro al seno. Nel corso dello studio è stato riscontrato come le donne che hanno mangiato più crucifere durante i primi tre anni dalla diagnosi abbiano ridotto le probabilità di morte.

Con il consumo crescente delle verdure, le probabilità di morte si sono ridotte dal 22% al 62% e, per tutte le cause, tra il 27 e il 62%. Durante l’intero periodo di studio, sono morte 587 donne, di cui 496 per cancro al seno

Inoltre, i ricercatori hanno spiegato che le modalità di consumo erano del tutto differenti in Cina e in occidente. “Le crucifere comunemente consumate in Cina sono le rape, il cavolo cinese (o bok choy) e la bietola, mentre broccoli e cavolini di Bruxelles sono le crucifere più comuni negli Stati Uniti e in altri paesi occidentali” ha detto la responsabile dello studio, Sara Nechuta, della Vanderbilt University di Nashville, Stati Uniti.

L’Alimentazione Vegetariana Migliora l’Umore

E’ stato pubblicato nel febbraio 2012 uno studio, nella rivista scientifica “Nutrition Journal”, intitolato “La diminuzione dei consumi di carne, pesce e pollame negli onnivori migliora l’umore: uno studio pilota”.

dieta vegetariana migliora umoreIn questo studio, condotto dal Nutrition Department della Benedictine University dell’ Illinois, gli autori si propongono di esaminare eventuali variazioni nel tono dell’umore con l’adozione di una dieta vegetariana da parte degli onnivori.

Un totale di 39 onnivori è stato diviso in tre gruppi, i quali hanno seguito per due settimane:
1) l’abituale dieta onnivora;
2) una dieta senza carne ma con pesce;
3) una dieta vegetariana, che escludeva quindi tutti i cibi carnei, compreso il pesce.

Alla fine dello studio, non sono state riscontrate differenze tra i gruppi 1 e 2, mentre il gruppo con alimentazione vegetariana mostrava, rispetto agli altri due e rispetto alla valutazione iniziale, un miglioramento del tono dell’umore.

Le conclusioni degli autori sono quindi che una restrizione nell’assunzione di ogni tipo di carne e pesce migliora l’umore nei moderni onnivori.

Un’ulteriore conferma che evitare l’assunzione di carne non solo arreca benefici all’ambiente e ovviamente agli animali, ma anche alla salute, sotto ogni punto di vista, compreso quello psicologico.

(Fonte: Bonnie L Beezhold, Carol S Johnston, Restriction of meat, fish, and poultry in omnivores improves mood: A pilot randomized controlled trial, Nutrition Journal 2012 11:9; Published online 2012 February 14. doi: 10.1186/1475-2891-11-9.
http://www.nutritionj.com/content/11/1/9)

Integratori, quattro Regole per un Uso Sicuro

integratori alimentariAbbiamo già avuto modo di parlare dei possibili rischi associati all’utilizzo degli integratori e del fatto che, introdotti con il cibo, alcuni nutrienti hanno un effetto protettivo nei confronti della salute non ottenibile assumendoli sotto forma di supplementi alimentari. Ma quali sono le regole fondamentali da seguire quando si assume un integratore per assicurarsi non solo l’efficacia, ma anche un uso sicuro? Ad elencarle è Harvey Simon, direttore dell’Harvard Men’s Health Watch.

Secondo Simon

spesso è difficile conciliare seri risultati scientifici con la semplice, incoraggiante promessa di vitamine e integratori ben commercializzati.

In altre parole, non è detto che un supplemento riesca a mantenere le sue promesse, complice il fatto che le leggi non prevedono che il produttore dia obbligatoriamente prova del fatto che i benefici riportati sulla confezione siano reali. Per questo Simon sottolinea che

i consumatori dovrebbero sempre tenere sott’occhio le notizie riguardanti nuovi studi. Le indicazioni cambieranno mano a mano che compaiono nuovi studi scientifici. Sfortunatamente, in molto casi le nuove ricerche non hanno confermato le nostre speranze, anche se ci sono delle eccezioni.

Per evitare di gettare soldi al vento o, ancora peggio, di mettere a rischio la propria salute, Simon ha indicato quattro regole per un uso sicuro degli integratori:

  • State attenti alle promesse eccessive: se suona troppo bello per essere vero, spesso l’effetto promesso non è reale.
  • Non credete troppo ai testimonial, soprattutto se si tratta di celebrità. Allo stesso modo, il fatto che un integratore vi sia raccomandato da un parente o da un amico che non viene pagato dall’azienda produttrice per fare pubblicità non garantisce né l’efficacia, né la sicurezza dell’integratore.
  • Non è vero che si può tranquillamente eccedere con le dosi. L’esperienza dimostra, infatti, che anche l’integratore più innocuo al mondo può avere effetti negativi insospettati.
  • Fate attenzione ad espressioni che hanno poco senso, come “completamente naturale”, “ricco di antiossidanti”, “clinicamente provato”, “anti-invecchiamento”.

Per stare tranquilli, meglio chiedere sempre consiglio al proprio medico e tenerlo informato sugli integratori che state assumendo, soprattutto per evitare possibili interazioni con alcuni farmaci.

(Fonte www.benessereblog.it)

Alzheimer, si previene a tavola grazie a Omega3 e Vitamine

dieta per prevenire AlzheimerDue studi diversi sull’Alzheimer ci informano che prevenire questa terribile malattia dell’invecchiamento si può, partendo dall’alimentazione. Logicamente agire quando il morbo sia già insorto, con tutte le sue manifestazioni più conclamate come i deficit mnemonici, è molto difficile. Nella fase attuale non esistono cure risolutive contro l’Alzheimer, per questo è importante agire a livello preventivo quando si è ancora giovani e sani. Il cervello si può proteggere anche grazie ad una dieta mirata, in cui non manchino mai alcune sostanze nutritive fondamentali: acidi grassi Omega3 e vitamine antiossidanti. Il perché, ce lo spiegano due ricerche americane, di cui la seconda recentissima, che ci forniscono utili indicazioni da seguire.

Prevenire l’Alzheimer a tavola, il primo studio

Cominciamo con uno studio dell’anno scorso. Secondo i ricercatori dell’Oregon Health and Science University di Portland (USA), coordinati dal dott. Gene Bowman, una dieta a base di acidi grassi Omega-3 (contenuti in buona misura nel pesce azzurro, nel salmone, ma anche nella frutta secca e nei semi di CHIA) e vitamine (quelle di frutta e verdura fresche, possibilmente di stagione), è davvero in grado di prevenire la malattia di Alzheimer. Grazie ad una ricerca i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Neurology, infatti, che ha coinvolto un gruppo di pazienti, gli scienziati hanno dimostrato i benefici di una dieta che riesce a combinare alimenti ricchi di Omega-3 con cibi vitaminici (intendendo tutte le vitamine principali: A, B, C, D ed E).

Seguendo questo regime alimentare i volontari hanno ottenuto punteggi decisamente alti (superiori al gruppo di controllo), nei test mentali e di memoria. Insomma, testa più lucida (e più a lungo) grazie a pesce e verdure, sembrerebbe dire la ricerca. “Questi risultati devono essere confermati – ha spiegato il prof. Bowman – ma ovviamente è molto eccitante pensare che le persone potrebbero fermare la contrazione dei loro cervelli, e tenerli vivi, regolando la loro dieta”.

Prevenire l’Alzheimer a tavola, il secondo studio

Il secondo studio di cui vi diamo informazioni, è stato condotto dai ricercatori della Columbia University Medical Center di New York e pubblicato sulla rivista Neurology, e ha dimostrato scientificamente gli effetti protettivi degli acidi grassi Omega3 sul nostro cervello.

La ricerca ha coinvolto un campione di 1219 persone over 65 sane, delle quali, attraverso semplici analisi del sangue, sono stati misurati i livelli di Beta-Amiloide, responsabile della formazione delle “placche” che uccidono i neuroni nell’Alzheimer. Infatti i valori ematici di questa proteina sono indicativi anche della produzione a livello cerebrale.

La concentrazione della molecola nel loro sangue era inversamente proporzionale alla quantità (in grammi) di Omega 3 che essi assorbivano giornalmente attraverso l’alimentazione. Più Omega 3, meno Beta-Amiloide (e quindi minor rischio di ammalarsi di Alzheimer). Praticamente una formula matematica. Il dott. Nicolaos Scarmeas, coordinatore dello studio, afferma che aumentando di solo 1 g al giorno il nostro apporto di Omega 3 attraverso la dieta o integratori alimentari, siamo in grado di ridurre del 20-30% i rischi di sviluppare il morbo. A questo punto la scelta spetta a noi.

(Fonte salute.pourfemme.it)