Archivi del giorno: giugno 28, 2012

Intolleranza al Lattosio: i Sintomi nei Bambini e negli Adulti

I sintomi dell’intolleranza al lattosio possono comparire sia da bambini, sia da adulti, quando anni di consumo di latte non farebbero più pensare di non saperlo digerire. D’altra parte è raro che si manifestino nei neonati, non compaiono prima dei 6 anni e sia se colpiscono i bambini, sia se ne soffrono gli adulti, si tratta degli stessi sintomi. Scopriamo quali sono e da che cosa sono causati.

intolleranza lattosioQuesta intolleranza dipende dalla carenza della lattasi, la proteina che trasforma il lattosio per permetterne l’assorbimento nell’intestino. A meno di rari difetti genetici i bambini nascono con una lattasi funzionante, ma intorno ai due anni i suoi livelli di diminuiscono e anche da adulti possono diventare insufficienti a digerire il lattosio.

Da bambini, ma anche da adulti, lo zucchero che rimane nell’intestino fermenta, produce idrogeno e rende le feci molli. A questo punto compaiono sintomi come dolori e tensioni intestinali, gonfiori, meteorismo, flatulenze, diarrea e, di conseguenza, disidratazione.

In genere i disturbi insorgono 1-2 ore dopo aver mangiato alimenti contenenti lattosio. La loro gravità dipende molto dalla quantità di lattosio ingerito e dai cibi cui è abbinato. I grassi, ad esempio, rimangono a lungo nello stomaco, riducendo i sintomi, mentre i carboidrati, che rimangono di più nell’intestino, aumentano l’intensità dei sintomi dell’intolleranza.

Anche se i segnali dell’intolleranza sono gli stessi nei bambini e negli adulti non si tratta di disturbi specifici. L’intolleranza alle proteine del latte, ad esempio, causa questi stessi sintomi. Solo il Breath Test, che rileva l’idrogeno prodotto nell’intestino, elimina ogni dubbio.

Una volta raggiunta la certezza dell’intolleranza non bisogna disperarsi. Il disturbo può, ad esempio, regredire se è stato scatenato da stress o da un’infezione. Non solo, spesso i bambini che non tollerano il lattosio risolvono spontaneamente il problema dopo i 10-12 anni e, da adulti, non ne soffrono più.

(Fonte www.benessereblog.it)

Mangiare Sano, in famiglia è più Facile

come mangiare sanoI pranzi in famiglia non sono soltanto piacevoli, ma anche salutari, tanto per bambini, quanto per gli adulti. La notizia arriva da uno studio revisionale condotto dalla Rutgers University, nel New Jersey e senza dubbio farà felice chi, agli happy hour con gli amici preferisce le grandi tavolate familiari. Questa abitudine, infatti, caduta un po’ in disuso, pare sia un vero toccasana.

I ricercatori americani, infatti, hanno passato in rassegna i risultati di 68 ricerche scientifiche pubblicate in precedenza, con lo scopo di “avvistare” una correlazione tra il consumo di pasti in famiglia e lo stato di salute in generale, con attenzione particolare ai bambini.

Gli studiosi hanno scoperto come il mangiare in famiglia frequentemente fosse legato ad un consumo maggiore di cibi sani, come la frutta e verdura, ricca di vitamine, fibre e sostanze nutritive importanti. A trarne vantaggio erano soprattutto i più piccini, che pranzando a casa con la propria famiglia si è osservato come consumino meno cibo spazzatura e bevande gassate/zuccherate.

Anche riguardo all’incidenza dell’obesità, è stata confermata una correlazione positiva con il consumo di pasti in famiglia. I bambini che mangiavano più spesso a casa, infatti, avevano un più basso indice di massa corporea (BMI – Body Mass Index), rispetto alla controparte.

Gli studiosi, Jennifer Martin-Biggers, Amanda Berhaupt-Glickstein, John Worobey e Carol Byrd-Bredbenner,  hanno presentato i dati della ricerca proprio qualche giorno fa in occasione della Scientific Sessions dell’American Society for Nutrition (ASN) a San Diego, unitamente ad un estratto, che è diventato una guida illustrata al servizio delle famiglie, con lo scopo di fornire un’informazione adeguata sull’importanza dei pasti e di una dieta corretta.

Lo studio è senz’altro interessante, ma dal mio punto di vista, alla domanda: mangiare in famiglia fa bene? Risponderei dipende, anche perché spesso, proprio quando si sta a tavola con la famiglia si tende ad esagerare nelle porzioni, e questo non è di certo salutare.

(Fonte www.medicinalive.com)

Dalla Buccia della Mela una speranza per la Lotta all’Obesita’

combattere obesitàUn componente presente nella buccia delle mele – l’acido ursolico – riesce ad accelerare la combustione delle calorie ingerite e può diminuire il rischio d’obesità. E’ quanto hanno scoperto alcuni ricercatori statunitensi dell’University of Iowa, secondo i quali l’acido ursolico svolge un duplice effetto: aumentare la massa magra, ovvero quella muscolare e contribuire ad eliminare quella grassa. La ricerca è stata effettuata su ratti alimentati con un regime molto ricco in grassi.

Il ricercatore Christopher Adams e i suoi colleghi, hanno dichiarato che l’acido ursolico aveva aumentato il grasso marrone nei topi, un tipo di grasso che porta a bruciare maggiori calorie. Ora, bisognerà vedere se lo stesso effetto si potrà ottenere con gli esseri umani e se l’acido ursolico potrà essere utile nella cura dell’obesità delle persone.

I ricercatori hanno pubblicato un articolo su PLoS ONE, nel quale spiegano che l’acido ursolico aumenta l’attività della proteina Akt, la quale svolge un ruolo importante in molti processi cellulari, bruciando anche il glucosio per ottenere energia. Clicca qui per l’articolo originale pubblicato su PLoS ONE il 20 giugno 2012 (in inglese).

Nello studio è stato testato l’effetto dell’acido ursolico su dei topi alimentati con una dieta ricca di grassi. E’ emerso che questo componente della buccia della mela, negli animali, aveva ridotto l’obesità, il pre-diabete e la steatosi epatica. I ricercatori hanno alimentato due gruppi di topi con una dieta ricca di grassi aggiungendo a un gruppo dell’acido ursolico.

Hanno trovato che i topi, la cui dieta includeva l’acido ursolico, mangiavano più cibo, ma guadagnavano meno peso e il loro livello di zuccheri rimaneva vicino ai livelli normali, anche se i topi non erano fisicamente più attivi rispetto al gruppo che non aveva ricevuto il supplemento di acido. Inoltre questi topi non avevano il fegato grasso.

“Il nostro prossimo passo è quello di determinare se l’acido ursolico potrà aiutare i pazienti”, hanno detto i ricercatori.

(Fonte www.freshplaza.it)

Frutta e Verdura per far crescere i Capelli e proteggerli dall’estate

proteggere capelli dal soleSole, vento e salsedine sono nemici dei capelli, tanto che non è raro rientrare dalle attese vacanze estive con una chioma secca e, spesso, sbiadita dai raggi solari. Diversi prodotti cosmetici promettono di mantenere i capelli idratati e lucenti durante l’estate, ma esistono anche cibi alleati della loro salute e della loro bellezza. Ancora una volta, gli ingredienti per il benessere sono nascosti nella frutta e nella verdura. Oltre a proteggere la pelle e a contrastare ossidazione e disidratazione, i prodotti di orti e frutteti promuovono la salute dei capelli, aiutandoli a crescere sani e forti anche quando il clima li mette a dura prova.

Il primo alleato del loro benessere sono le carote. Ricche di vitamina A, aiutano a mantenere in salute il cuoio capelluto. In estate, quando la voglia di mettersi ai fornelli può essere molto bassa, l’ideale è aggiungerle, affettate o grattugiate, a un’insalata. Personalmente, mi piace anche mangiarle tagliate a bastoncino, come crudité.

Anche spinaci e biete contengono vitamina A, ma forniscono anche vitamina C. Una dieta ricca di queste verdure promuove la sintesi di sebo, una sostanza oleosa prodotta dai follicoli piliferi da cui prendono origine anche i capelli e che agisce come un vero e proprio balsamo naturale. In più spinaci e biete forniscono anche calcio e ferro, minerali necessari per la crescita dei capelli. Dopo averli bolliti possono essere ripassati in padella, ma sono ottimi anche freddi. C’è, poi, chi non disdegna l’idea di usarli per preparare dei frullati.

Un’altra strategia per stimolare la crescita dei capelli è aumentare la circolazione del sangue nel cuoio capelluto. In questo caso sono i peperoni rossi, che contengono più vitamina C di un bicchiere di succo d’arancio. Mangiarli crudi, magari insieme alle carote, evita di distruggere i nutrienti in essi contenuti con la cottura.

Fra la frutta, invece, largo ad avocado, frutti di bosco, ciliegie e prugne. Il primo è ricco di vitamina E, prezioso alleato per chi vuol far crescere i capelli mantenendoli sani. Può essere anche aggiunto a insalate e tramezzini. Frutti di bosco, ciliegie e prugne contengono, invece, bioflavonoidi, molecole dalle proprietà antiossidanti che, come la vitamina C, aumentano la circolazione del sangue nel cuoio capelluto. Qualche consiglio per una preparazione particolare? Cucinateli in aceto balsamico con un po’ di zucchero per ottenere una crema con cui guarnire, ad esempio, il gelato, oppure aggiungete fragole tagliate a fette alla vostra insalata. Oltre che per la vostra chioma fluente potreste diventare famosi anche per l’originalità della vostra cucina.

(Fonte www.benessereblog.it)