Archivi del giorno: novembre 8, 2010

I semi di girasole

Sono una buona sorgente di vitamine A, B1 (in contenuto altissimo), B2, E (notoriamente associata alla bellezza della pelle e al rinnovamento cellulare), D, la rarissima vitamina B12, PP, magnesio (minerale antistress), calcio, selenio e ferro e contengono numerosi oligoelementi come cobalto, manganese, zinco e rame. Possiedono inoltre delle proteine più facilmente utilizzabili di quelle della soia e un’elevata concentrazione di acido linoleico, uno dei precursori degli acidi grassi essenziali.  C’è poi da aggiungere la presenza di fenoli, principi attivi a cui sono state riconosciute proprietà preventive nei confronti delle malattie degenerative e in particolare di tumori e arteriosclerosi. Si possono utilizzare per arricchire pane e prodotti da forno, mescolandoli all’impasto delle farine oppure in aggiunta a insalate o altre verdure. Volendo, prima di aggiungerli ai piatti si possono tostare leggermente in una padella antiaderente con un pizzico di sale, ma si possono consumare anche al naturale, insieme alla miscela di cereali della prima colazione. Un paio di cucchiai al giorno (tre se germogliati), è un quantitativo da non superare. I semi di girasole si distinguono anche per il ricco tenore di sali minerali inferiore solo a quello del sesamo. Numerose ricerche hanno evidenziato nei semi di girasole una cospicua presenza di acido clorogenico, in grado di inibire l’attività della tripsina e dell’arginasi e quindi l’assimilazione delle proteine e delle vitamine, ma come altri inibitori degli enzimi digestivi, l’acido clorogenico svolge anche una preziosa azione di protezione dell’organismo sia come antibatterico e antinfettivo, sia come agente antitumorale e antimutageno. Questo alimento è infatti l’ideale per fare il pieno di energia e tocoferolo, che ricordiamo essere la vitamina dotata del maggior effetto antiossidante, oggi molto ricercata per la capacità di rallentare l’invecchiamento e proteggere l’organismo da alcune malattie degenerative. Non è poi da meno la presenza di fibre e proteine, rispettivamente presenti in quantità pari a 11 e 19 grammi su 100 grammi di semi di girasole. L’elevato potere energetico li rende ideali a colazione o tra uno spuntino e l’altro, mescolati ad altri alimenti o presi singolarmente in dosi di 10-20 grammi al giorno.

I Semi di Zucca

 

I semi di zucca hanno proprietà rilassanti-sedative, emollienti, blandamente lassative e diuretiche, antielmintiche (vermifughe).

Amici di intestino, vescica e muscoli.

Vengono sfruttati da secoli nella medicina popolare, in varie preparazioni, e la loro capacità di prevenire problemi alla prostata rende consigliabile il loro regolare consumo a tutti gli uomini sopra i quarant’anni.

Ma anche le donne ne traggono beneficio, perché i semi sono utili nella prevenzione della cistite.

I semi della zucca possono essere lasciati seccare per qualche giorno, poi spellati e mangiati crudi o leggermente tostati (ma senza sale o altre aggiunte) o cotti in forno. Far cuocere i semi in acqua o latte e bere il decotto, simile ad una orzata, concilia il sonno e lenisce le irritazioni delle vie urinarie. I principi attivi fondamentali contenuti nei semi di Zucca sono le cucurbitine, i delta steroli, le fitosterine, le globuline vegetali, oltre alle vitamine F ed E, che esercitano un’azione protettrice delle membrane cellulari e antiossidante, specie la vitamina E abbinata al Selenio, che nei semi di Zucca è ben rappresentato.

In particolare la cucurbitina sembra avere un’azione preventiva nei confronti dei disturbi prostatici benigni, oltre ad un’azione antiparassitaria, specie sulla tenia, della quale favorirebbe il distacco dalla parete intestinale, facilitandone così l’eliminazione: anticamente si somministrava una dose massiccia di semi, a cui seguiva una purga per facilitare l’eliminazione del parassita.

La presenza quotidiana dei semi di Zucca nell’alimentazione può costituire quindi una buona prevenzione, o un trattamento casalingo verso quei disturbi leggeri che possono interessare l’apparato urinario. Perché quest’azione si possa esplicare, il dosaggio giornaliero raccomandato dovrebbe essere di circa tre cucchiai al giorno di semi crudi, con la raccomandazione che, essendo essi molto ricchi di grassi e quindi piuttosto calorici, bisogna ridurre la quota di altre fonti caloriche, specialmente grassi, nella razione giornaliera di cibo.

I grassi contenuti nei semi di Zucca sono comunque ricchi di acidi grassi essenziali monoinsaturi e polinsaturi, quindi di alto valore biologico. Elevato risulta anche il contenuto di sali minerali tra cui spicca il ferro (8,9 mg), lo zinco e il fosforo. Una manciata di semi di zucca (32g) dà il 60% del magnesio che serve per stabilizzare le membrane cellulari e dare una mano alla cellule nervose.

 È un ottimo snack ricco di minerali da offrire ai vostri ospiti. Chiusi in una scatola di latta si conservano per qualche settimana.

Il fruttarismo

Il fruttarismo è una delle anime del composito universo vegetariano, la più radicale e in assoluto la più rispettosa di tutte le forme di vita, non soltanto di quelle senzienti (cioè degli animali) in quanto si basa sul consumo di alimenti vegetali che non comportano la morte della pianta, pertanto evitano radici, tuberi e bulbi (es. carote, rape, cipolle, patate, ecc.). Accanto alla frutta dolce, troviamo ortaggi, frutti oleosi (noci, nocciole, sesamo, girasole…) ma anche cereali e legumi (che sono semi di frutti) e alghe.

Esclude dal proprio regime anche bevande fermentate, té, caffè e lo stesso olio di oliva.

Nelle case fruttariane i legumi, i chicchi di grano, orzo, farro e miglio vengono frantumati in particolari macinini e amalgamati in un po’ di acqua. A volte, dai chicchi di cereali macinati e ammollati, i fruttariani ricavano cialde sottili che poi inseriscono in fornetti elettrici (anche loro fanno qualche strappo alla regola…) per ottenere un succedaneo del pane comune. Uno dei loro piatti più usuali è il porridge, preparato con fiocchi d’avena e pezzi di frutta amalgamati in acqua, mentre un frutto particolarmente valorizzato per l’alto valore nutritivo, nei loro pasti intimi o conviviali, è l’avocado. Peperoni, patate, zucchine e melanzane vengono invece frullati, omogeneizzati e sottoposti ad un rapido processo di ossidazione. Chiaro che a fronte di tutto questo sono molto pochi i fruttariani che seguono integralmente la dieta. È poi facile dedurre che non si possa diventare fruttariani da un giorno all’altro ma che sia necessario un iter di almeno due anni.

Il nostro tubo digerente, le nostre mandibole, i nostri denti, il nostro stomaco ed il nostro intestino sono preposti soprattutto ad un’alimentazione a base di frutta, ortaggi e cereali.

Molti medici d’ispirazione vegetariana, quindi, tendono a consigliare di abbondare con la frutta di stagione, arrivando anche a prescrivere diete di sola frutta per un certo periodo di tempo (un esempio su tutti: la cura dell’uva) per disintossicare e vitaminizzare l’organismo.

I cibi crudi sono i più «vivi», dotati di tutti quegli elementi vitali – enzimi, vitamine, aminoacidi, sali e oligoelementi – che vengono in gran parte distrutti o dilavati nel corso della cottura. È ovvio che la dieta fruttariana, rispetto alla vegetariana risulta più povera di grassi e colesterolo, e di contro può presentare un maggiore introito di fibre e acidi grassi polinsaturi, che garantiscono un’attività intestinale più efficiente.

Attenzione ai cereali che danno dei frutti secchi (cariossidi) che, se interi, sono inadatti ad alimentare l’uomo mentre sono adatti, per esempio, a nutrire uccelli granivori, che sono fomiti di un apparato digerente appositamente strutturato per la digestione di questi frutti/semi delle graminacee (famiglia alla quale appartengono i cereali) e ben diverso da quello umano. L’uomo soltanto ricorrendo ad artifici riesce ad utilizzare i cereali: con la MOLITURA e poi con la COTTURA, ricavando alla fine dei prodotti morti, privati, fra l’altro, del corredo vitaminico.

Quindi la dieta fruttariana consiste esclusivamente in frutta CRUDA e semi. Esempi di frutta sono: ananas, mango, banana, avocado, mela, melone, arancia, etc., tutti i tipi di bacche, ed i “frutti vegetali” come pomodoro, cetriolo, olive; e frutta essiccata come noci, nocciole, anacardi, castagne, etc.. E semi, inclusi i semi germogliati. Di tutti gli alimenti che gli esseri umani possono mangiare, la frutta è la più deliziosa al nostro gusto, ha il più piacevole odore e la più bella forma con così tanti colori vivi. La frutta è l’unico alimento che può soddisfare completamente gli umani… ogni altro è incompleto… Può essere conservata a temperatura ambiente, non necessita del frigorifero, né dei fornelli e di lunghi tempi di preparazione e quasi non sporca i piatti.. La frutta è cibo vivente!! La frutta ha “il potere e la magia della vita”…

Il consumo di cibi cotti crea dipendenza fisica ed emozionale nelle persone che se ne nutrono…indebolendo il sistema immunitario fa apparire le persone più vecchie e sviluppa nel corso del tempo serie malattie; favorisce inoltre nelle società abitudini e strutture economiche che sono nocive per l’ambiente e distruggono la vita ed i meccanismi che la supportano sul nostro pianeta.

La frutta è comunque l’alimento più sensuale ed erotico..

I fruttariani vivono per anni senza bere acqua in aggiunta poichè la maggior parte dell’acqua che assumono è quella “dietetica” contenuta nei frutti come, ad esempio, il melone, ananas, l’arancia, etc..

Mangiando solo frutta si diventa più belli ed attraenti, con pelle, capelli ed unghie migliori ed anche un miglior odore e “sapore” del corpo…; si diventa più puri fisicamente, mentalmente, emozionalmente e spiritualmente: una speciale creatura amorevole.

Una regola per orientarsi su cosa mangiare o meno è tenere sempre a mente che tutto ciò che non può essere mangiato crudo, non è commestibile.

Il Fruttarismo è la dieta originaria dell’uomo, come viene descritta nel verso 1:29 del Genesi.

Altra dieta simile alla fruttariana potrebbe essere la dieta vegetariana o vegana o anche, per certi versi, la crudista.

L’alimentazione granivora e carnivora rappresenta dunque una vera e propria deviazione non dettata da una scelta, ma da uno stato di pura necessita che non offriva alternative. Contravvenendo agli istinti alimentari biologicamente connaturati con la propria specie, 1’uomo dette inizio alla sua degradazione e degenerazione fisio-psichica, i cui disastrosi effetti sono, oggi più che mai, evidenti.